Coronavirus a Benevento, pasti
agli indigenti con i fondi della mensa

Coronavirus a Benevento, pasti agli indigenti con i fondi della mensa
di Gianni De Blasio
Giovedì 26 Marzo 2020, 08:50
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I conteggi non sono ancora ultimati, ma i pasti da distribuire non dovrebbero essere meno di 145 al giorno se sarà stabilito di fornire pure la cena, oppure 270/280 se, invece, sarà erogato soltanto il pranzo. Il sindaco, in occasione della videoconferenza di lunedì, aveva fatto cenno al dilagare dei casi di povertà, problema che gli veniva sottoposto direttamente tramite i suoi tanti contatti social. Giovani che hanno famiglia e bimbi a carico, molti disoccupati ma anche tanti lavoratori che non arrivano più alla fine del mese, precari che si arrangiano, i prestatori di lavoro occasionali che, proprio per questo, non possono neppure dimostrare di essere in regola con le stringenti prescrizioni emanate, non potendo lasciare le proprie abitazioni. Insomma, l'amministrazione comunale intende prestare attenzione a favore delle categorie svantaggiate, prevedendo la distribuzione di pasti per alcune decine di migliaia di euro. Quanti? Ancora non è noto il numero di coloro che potranno usufruire di tale iniziativa. Il primo passo, è evidente, consiste nella verifica delle somme disponibili, che saranno attinte dal risparmio conseguito dalla mancata erogazione del servizio di mensa scolastica. Mediamente, un mese costa al Comune dai 30 ai 40mila euro come compartecipazione alla mensa scolastica. La ditta Ristora Service, appaltatrice del servizio, ha risposto all'invito dell'Ente, sintonizzandosi su livelli di solidarietà e collaborazione: si è detta disponibile a fornire un'offerta di 4,50 euro per il pranzo, che lieviterebbero a 8,50 con la cena fredda. Iva esclusa.
Effettuando un calcolo su una disponibilità di circa 40mila euro mensili, ne conseguirebbero circa 145 pasti completi al giorno, pranzo e cena, mentre se ci si limitasse al pranzo, ne potrebbero usufruire pressoché il doppio. Ovviamente, il tutto non sarebbe gestito dal Comune, bensì dalle associazioni di volontariato. Non sarà semplice, in quanto bisognerà evitare assembramenti, ma con la serietà e compostezza di associazioni e cittadini il problema si risolverà. Anche per queste difficoltà, sembra che l'amministrazione sia orientata a fornire soltanto il pranzo.
LE PROTEZIONI
Sarà la Nova Medical Service di San Prisco a fornire al Comune di Benevento le 20.000 mascherine da acquistare grazie al contributo della giunta e dei dirigenti (sborserebbero 500 euro cadauno), sì da coprire perlomeno la metà della spesa. Si tratta di mascherine protettive di tipo chirurgico ma, così come i pasti, anche in questo caso la distribuzione si presenta un'operazione complicata poiché certamente non possono essere recapitate a casa: troppi i nuclei familiari da contattare e tempi biblici rispetto all'emergenza. I neo assessori Raffaele Romano e Carmen Coppola si stanno raccordando con le associazioni in costante contatto diretto con le categorie di cittadini destinatarie dei dispositivi, ovvero anziani, infermi, portatori di handicap e indigenti. Una quota di mascherine sarà riservata agli stessi operatori del volontariato e alle categorie professionali che con esse collaborano, tipo medici e infermieri.
LE PROPOSTE
Anche i consiglieri si sono mobilitati. Aveva provato Molly Chiusolo, che aveva compulsato i colleghi capigruppo, poi la proposta del Patto civico. «Siamo sempre disponibili dice il capogruppo dei pattisti Vincenzo Sguera - la nostra proposta di destinare all'acquisto di dispositivi di protezione l'importo di tre mesi riscossi come indennità di presenza, non mi riferisco a febbraio e marzo quando le commissioni non si sono riunite, è sempre valida. Dagli assessori non abbiamo avuto risposta, intanto la collega Mila Lombardi si è fatta promotrice di una raccolta di fondi per l'acquisto di mascherine per gli operatori dei due ospedali cittadini. Ovviamente, è un'iniziativa bipartisan».
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