Le Stelle Michelin della Campania

Martedì 15 Dicembre 2015, 13:01
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Segna più uno il saldo di Stelle Michelin della Campania che difende così il secondo posto alle spalle della Lombardia (con 37 riconoscimenti) anche se insediata da Piemonte e Veneto. Due sono state perse con la chiusura dell'esperienza di Nino Di Costanzo al Mosaico dell'Hotel Manzi di Ischia, ma tre vengon oconquistate dal Don Geppi a Sant'Agnello, il Re Maurì a Salerno e l'Arbustico a Valva dove in cucina lavorano Mario Affinita, Lorenzo Cuomo e Cristian Torsiello. Tre storie di passione, stage nelle migliori cucine italiane e straniere, che vedoni protagonista la nuova generazione dei trentenni in situazioni opposte. Il primo in uno storico albergo che ha deciso di investire nella cucina (a quando gli alberghi napoletani che, con l'eccezione del Romeo, sono fermi a vent'anni fa?). Il secondo risultato di un investimento convinto in un'area, tra Salerno e l'inizio della Costiera Amalfitana, dove il turismo gastronomico non si è mai riuscito ad affermare, il terzo a bottega da Niko Romito, poi impegnato nel suo paesino sugli Alburni. Quel Sud fuori dalle mappe ma ricco di biodiversità illuminato da Vitantonio Lombardi a Caggiano con La Locanda Severino e, sino alla sua morte precoce, da Frank Rizzuti a Potenza. Ma questa è soprattutto l'edizione che ha visto la caduta di un mito della gastronomia italiana, la perdita della seconda stella di Davide Scabin e il suo Combal Zero a Rivoli. Genio e sregolatezza non incontrano i favori del nuovo corso della Michelin, attenta più al contesto rassicurante che ai guizzi d'ingegno: il cuoco torinese paga probabilmente l'incertezza che deriva dal suo contenzioso con il comune. Il resto è quasi noia. Confermati i ristoranti con tre stelle: si tratta di Piazza Duomo ad Alba, Da Vittorio a Brusaporto, Dal Pescatore a Canneto Sull'Oglio, Reale a Castel di Sangro, Enoteca Pinchiorri a Firenze, Osteria Francescana a Modena, La Pergola a Roma e Le Calandre a Rubano. Purtroppo sotto Roma la Michelin scende solo con le due stelle. Ma consoliamoci, la 50Best restaurant manco il Po attraversa. Un altro tema è la grande rivincita di Milano che risente dell'effwetto Expo con Armani che conquista la stella mentre Trussardi la perde. Diventano stellati, oltre Armani, Seta by Antonio Guida all'interno del Mandarin Oriental, Tukuyoshi di YoJi Tokuyoshi. Altro elemento che caratterizza questa edizione è la decisa generosità verso l'Alto Adige, territorio di grandi eccellenze, dove alla cucina tradizionale greve si sta sostuendo inventiva e grande leggerezza. Tornando alla Campania, siamo a quota 32 locali con una stella e 5 a due a stelle (Don Alfonso, Taverna Estia, Capri Palace, Torre del Saracino, Quattro Passi). Insomma, c'è un'ampia base di buona cucina ma si stenta a fare il salto di qualità con qualche due stelle e soprattutto un tristellato in più. Il cammino è difficile, non facile, richiede investimenti e polso fermo, e soprattutto anche la capacità di fare rete. La stagione appena conclusa, ricca come non accadeva dalla tragedia delle Torre Genelli, potrebbe essere una buona premessa ad insistere per alcuni alberghi che hanno tutti i presupposti per investire sui giovani, molti dei quali si fanno valere fuori, come ad esempio Cristoforo Trapani che conferma la Stella al Magnolia di Forte dei Marmi. Solo un esempio di un vero e proprio esercito capitanato da Tonino Cannavacciuolo a Villa Crespi, un tre stelle perennemente mancato ogni anno. 
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