L'insostenibile ipocrisia contro il referendum di Atene

Venerdì 3 Luglio 2015, 12:37
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Sarà pure affrettato, il referendum greco - anche se la fretta è conseguenza diretta di un metodo “europeo” che ha, finora, sempre usato l’accordo all’ultimo momento per mettere pezze provvisorie a problemi che sistematicamente diventano emergenze . Ma a questo punto va onestamente detto – da europeisti convinti e da liberisti - che il coro di rimprovero da parte di quasi tutti gli editorialisti e di qualche capo di stato nei confronti di Alexis Tsipras solleva un enorme problema di ipocrisia e di coerenza. Come si fa a identificare nel dominio dei tecnocrati e dei governi nazionali che partecipano agli eurogruppi la ragione della incapacità dell’Europa di risolvere i problemi e a condannare chi si azzarda a voler far decidere sull’Europa ai cittadini, laddove questa è appunto l’unica alternativa tecnicamente possibile ad una costruzione dell’Europa "dall'alto”? Come si può continuare a ripetere ossessivamente che il problema dell’Euro è la mancanza di un’Unione politica e subito dopo bollare come un pericoloso eversivo chi osa chiedere ai cittadini cosa pensano di un accordo di cui saranno loro a pagare il conto, sia nel caso di una sua ratifica che di una sua mancata approvazione? Infine, come si fa a non capire che dire che il referendum è un errore fa aumentare (e non di poco) la possibilità che i greci votino NO? In realtà, questa vicenda sta facendo emergere in maniera drammatica tutta la commedia degli equivoci, spesso maliziosi, che hanno avvelenato, a partire dalla caduta del muro di Berlino, un progetto fondamentale. Sono gli stessi “esperti” che continuano a rimandare le soluzioni di tutti i problemi all’avvento degli Stati Uniti d’Europa, quelli che rabbrividiscono alla sola idea di costruire una qualche democrazia europea senza la quale qualsiasi ulteriore integrazione è destinata a naufragare. Non è un caso che dai referendum sull’Europa, indetti dalla Grecia che ha inventato la Democrazia e dal Regno Unito che ne ha sviluppato il concetto in età moderna, venga l’unica idea vera sull’Europa che abbiamo a disposizione. La democrazia comporta rischi, ma è un’esperienza di apprendimento; ed è solo attraverso un’iniezione di democrazia in grado di formare opinioni pubbliche costrette ad informarsi sull’Europa, che recupereremo le leadership di cui l’Europa ha un disperato bisogno.
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