Sud, Saviano e Renzi: la soluzione oltre l'ombrellone di ferragosto

Mercoledì 12 Agosto 2015, 18:42
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Insopportabile come il caldo di queste ultime settimane, è imperversato il "dibattito" surreale sul Sud.  

Lo scontro è sempre lo stesso da anni, forse da 150 anni. Da una parte chi lancia l'ennesimo appello "a fare presto perchè il Sud sta sprofondando" .. e visto che si trova prova a spezzare qualche lancia a favore dell'argomento di "più risorse per il Sud abbandonato" (ovviamente.. per finire la Salerno - Reggio Calabria); dall'altro chi rimprovera alle "classi dirigenti" del Sud di aver fallito un esame dietro all'altro e che è colpa del Sud se l'Italia non è ancora decisamente in ripresa.

La verità è un'altra, non sta neppure nel mezzo ed è sotto gli occhi di tutti. Ma (quasi) tutti - politici nazionali e meridionali, cantori recenti della "questione meridionale" e sociologi - fanno finta d'ignorarla.

Il Sud non esiste più da un pezzo.

Esiste la Regione Puglia che ha capacità di spesa di fondi strutturali che è al livello delle regioni del Centro Nord; e Vincenzo De Luca che rischia di ritrovarsi al posto del "tesoretto" della prossima programmazione (eroso dai ritardi della vecchia amministrazione) la bomba ad orologeria dei progetti che - se "non conclusi" o "non funzionanti" entro il Marzo del 2017 - rischiano di determinare la richiesta di restituzione di diversi miliardi da parte della Commissione europea.

Persino, nella stessa Regione ci sono situazioni talmente diverse che mentre la Provincia di Napoli e di Caserta presenta i tassi di criminalità più elevati d'Italia, quella in quella di Avellino e di Benevento sono tra i più bassi.

E mentre la Sicilia e la Campania messe insieme fanno quasi il numero dei siti UNESCO del Regno Unito, ma meno turisti stranieri della sola Scozia; nelle due stesse regioni i due "piccoli" comuni di Taormina e quelli di Ischia attraggono più turisti stranieri delle città capoluogo di Regione.

Non esiste più da tempo il Sud. Ma resiste nella domanda di finanziamenti pubblici a fondo perduto che servono a finanziare una classe dirigente - locale e nazionale, annidiata nelle regioni ed estesa nei ministeri, fatta di dirigenti ma anche di organizzatori di convegni e formatori del nulla - che nei finanziamenti (che non riesce, neppure, a spendere) trova il proprio ossigeno finanziario e politico.

Non esiste il Sud, ma esistono ancora decine di milioni di euro spesi - sia dalle Regioni che dai ministeri - per comprare "consulenza" attraverso bandi di gara fatta in maniera tale che tutti sono esclusi tranne quelli che per le amministrazioni hanno lavorato in passato accompagnandole da un fallimento ad un altro (e qualche volta in tribunale). Bandi di gara dove la violazione delle regole della concorrenza è talmente spudorata da essere trasparente: dovrebbe essere su questo che Saviano dovrebbe - con precisione - lamentarsi. Ed invece restiamo tutti sul generico. Per inerzia.

Scoprire il Sud che funziona. Scovare modelli da replicare. Sottolineare l'esempio di chi "resistendo" è riuscito a fare impresa o buona amministrazione. Attrarre risorse dall'esterno su quelli che possono essere i "vantaggi competitivi" del meridione (a partire dal turismo e dall'agricoltura che inseriscono il mezzogiorno in due dei settori più dinamici del mondo), proponendo al resto del mondo veri e propri progetti.
Creare le condizioni per il ritorno di una parte del "capitale umano" che il Sud ha perso, offrendo ai giovani napoletani o siciliani che eccellono a Londra o a Berlino, responsabilità serie: ad esempio quelle che per anni sono state il "territorio" di dirigenti incapaci.

Dovrebbe essere questo l'obiettivo primo di chi si occupa, in politica o nei media, di Sud e dei Sud. Con molto più pragmatismo e molta meno ideologia, Che è poi la ricetta che ha consentito a qualsiasi altro Paese (dalla Spagna all'Irlanda, dalla Scozia alla Polonia) di risolvere problemi di mancato sviluppo che - proprio per il Mezogiorno - avevano un forte radicamento culturale; mentre da noi ci si è limitati a contemplarli. 

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