Anass resta in carcere: «Sono pentito, chiedo scusa»

La 14enne contesa non è stata ancora identificata

Giuseppe Turco
Giuseppe Turco
Marilu Mustodi Marilù Musto
Martedì 4 Luglio 2023, 08:58 - Ultimo agg. 11:14
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«Sono pentito, chiedo scusa alla famiglia». Anass Saaoud, in carcere da venerdì mattina con l'accusa di omicidio volontario, si è presentato al giudice in lacrime. In carcere da cinque giorni, dimesso, più magro del solito, ieri mattina ha risposto alle domande del gip del tribunale di Napoli nord ammettendo le proprie responsabilità. Il giudice, da parte sua, ha emesso l'ordinanza di arresto.

Il 20enne di origine marocchina fermato dai carabinieri per aver ucciso Giuseppe Turco (17 anni) a Casal di Principe, all'esterno della "Caffetteria Morza" di piazza Villa, è sembrato un ragazzo diverso da quello spavaldo e sicuro di sé, descritto dai conoscenti. Da cinque giorni è un detenuto alla pari degli altri, ma fra i più giovani dell'istituto penitenziario. Ieri, al termine dell'interrogatorio, il giudice Ilaria Giuliano ha, dunque, convalidato il fermo nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, alla presenza del difensore, l'avvocato Mirella Baldascino.

Il legale, in una breve nota, ha poi fatto sapere che il giovane «è molto provato psicologicamente e pentito di quanto accaduto».

Pentito sì, ma non al punto da far ritrovare l'arma del delitto: un coltello a serramanico comprato, probabilmente, poco prima dello scontro con Giuseppe.
Stando alla presunta dichiarazione di Anass, l'arma sarebbe stata gettata sul posto poco dopo l'accoltellamento, ma quando la polizia del commissariato di Casal di Principe e i carabinieri della locale compagnia si sono recati davanti alla Caffetteria non hanno trovato il coltello. È possibile che sia stato fatto sparire. Altro punto oscuro dell'intera ricostruzione fornita dall'assassino è il ruolo che avrebbe avuto la ragazza di 14 anni contesa: la giovane non sarebbe stata ancora identificata dalle forze dell'ordine. Lei potrebbe fornire una versione che chiuderebbe il "cerchio" e inchioderebbe l'assassino alle sue responsabilità.

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Un'altra ipotesi che sta avanzando in queste ore è che la giovane non fosse il reale motivo del dissidio fra i due. A questo punto, le forze dell'ordine potrebbero cambiare pista e approfondire indizi che condurrebbero ad altri moventi che avrebbero spinto Anass al gesto folle. Allo stato, c'è solo la dichiarazione dell'assassino che ricostruisce l'accaduto e alcuni video di testimoni girati giovedì.

Per porre un margine alla violenze e dare una svolta sul "fronte sicurezza", oggi è previsto il comitato di ordine e sicurezza in Prefettura per incrementare i controlli a Casal di Principe. La stretta, in verità, era stata richiesta più volte dai sindaci di Casale e Villa Literno in precedenti occasioni.
Intanto, l'autopsia ordinata dalla Procura di Napoli nord sul corpo del 17enne dovrebbe tenersi domani all'istituto di medicina legale dell'ospedale di Giugliano in Campania. Le otto ferite al dorso e alle spalle di Giuseppe sarebbero state quelle mortali.

Solo dopo la liberazione della salma potranno essere organizzati i funerali. In attesa dell'ultimo addio al povero Giuseppe, la casa di Villa Literno dei genitori è un luogo in cui continua il viavai di persone che vogliono dare conforto alla famiglia della vittima, chiusa nel proprio dolore. Nei giorni scorsi, la polizia di Casal di Principe in collaborazione con i carabinieri, non senza difficoltà, sono stati impegnati nel cercare di individuare i giovani, poco più che adolescenti, che avevano augurato una veloce "liberazione" di Anass, sui social Instagram e TikTok. Ma le ricerche pare non stiano andando a buon fine.

Le telecamere della chiesa di piazza Villa a Casal di Principe non sono risultate utili alle indagini perché l'obiettivo degli apparecchi audiovisivi non riprenderebbe il bar luogo della lite e dell'accoltellamento. Piazza Villa è stata al centro di un raid compiuto il giorno dopo l'omicidio: dei ragazzi di Villa Literno venerdì scorso sono arrivati in sella a quatto scooter e hanno scritto con uno spray nero le iniziali di Giuseppe sul muro della caffetteria, disegnando accanto il simbolo dell'infinito. A quattro giorni di distanza, le scritte sul muro della "Caffetteria Morza" sono state coperte.
 

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