Delitto Turco, raid in piazza pestaggi e scritte sul muro

Due adolescenti picchiati dal branco partito da Villa Literno

Le scritte davanti al bar dove è stato ucciso Giuseppe Turco
Le scritte davanti al bar dove è stato ucciso Giuseppe Turco
di Marilù Musto
Domenica 2 Luglio 2023, 09:57
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Il sangue si "lava" imbrattando i muri e con i pestaggi indiscriminati. La risposta al delitto di Giuseppe Turco è arrivata la sera dopo: davanti alla caffetteria «Morza» in piazza Villa a Casal di Principe, da ieri c'è la scritta «GT 17 2005» con le iniziali di Giuseppe (l'età e l'anno di nascita) e il simbolo dell'infinito. Il 17enne di Villa Literno è stato ucciso giovedì sera proprio davanti a quel bar, ma in "risposta" al delitto venerdì sera sono stati picchiati due ragazzini che si trovavano all'esterno del vicino Caffè Paone.

È stata una banda di giovani di Villa Literno a imbrattare i muri e a picchiare i due ragazzini che nulla c'entravano con il delitto della sera prima.

Sono arrivati a Casal di Principe in sella a quattro scooter venerdì sera e hanno imbrattato prima il muro esterno al bar dove Giuseppe Turco è stato accoltellato da un ventenne marocchino e poi si sono diretti spediti verso due ragazzini che stavano assistendo al raid. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato che hanno poi affidato ai genitori i ragazzi picchiati. Ieri pomeriggio è stata formalizzata la denuncia da parte di entrambi.

Ma cosa si nasconde dietro il raid? È stato un atto "dimostrativo", secondo quanto si apprende dalle forze dell'ordine, messo in atto da un gruppo di giovani liternesi. Del caso si stanno occupando i poliziotti del commissariato di Casal di Principe che stanno visionando telecamere di videosorveglianza per identificare i responsabili dell'atto e denunciarli.
Intanto, sul fronte delle indagini sul delitto, si terrà domani l'udienza di convalida per il fermo del 20enne di origine marocchina, Anass Saaoud, in carcere da venerdì mattina con l'accusa di omicidio volontario. È lui il responsabile della morte di Giuseppe Turco. L'udienza a carico dell'indagato, difeso da Mirella Baldascino, si terrà al carcere di Santa Maria Capua Vetere davanti al giudice per le indagini preliminari Ilaria Giuliano. Il 20enne ha confermato nell'interrogatorio tenuto giovedì, dopo il fatto, davanti ai carabinieri e al pm di Napoli Nord, Francesco Cirillo, di aver colpito Turco a causa di una ragazza contesa che in passato aveva avuto una relazione con Giuseppe e ora sembra stesse frequentando il 20enne.

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La sera del delitto, secondo quanto accertato dai carabinieri sulla base di diverse testimonianze, la ragazza sarebbe arrivata con un'amica in piazza Villa, luogo della movida: quando l'ha vista il 20enne ha sospettato che la ragazza si sentisse con Giuseppe. Dalle persone sentite, è emerso poi che l'incontro al bar tra Turco e il giovane marocchino sarebbe stato casuale, non dunque frutto di un appuntamento fissato in precedenza.

I due avrebbero iniziato a litigare proprio con l'arrivo della ragazza di appena 14 anni e in pochi attimi la lite sarebbe degenerata, con il 20enne che ha estratto il coltello colpendo otto volte Giuseppe, che si è accasciato vicino a una panchina ed è stato poi soccorso dagli amici e condotto alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno, dove è deceduto. Dal canto suo il ventenne marocchino è fuggito ed è poi stato rintracciato a casa dai carabinieri che hanno trovato i vestiti insanguinati ma non il coltello usato per il delitto. Il ventenne, di professione idraulico e vive con la madre, ha a suo carico un unico precedente per porto d'arma da sparo in un luogo pubblico, perché qualche anno fa fu sorpreso dai carabinieri con un fucile ad aria. Giuseppe era invece incensurato.
 

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