Un B&B nel cuore del Centro direzionale di Napoli trasformato in una casa di appuntamenti. È quanto emerso dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Capua che, ieri mattina, hanno portato all'esecuzione di quattro misure cautelari e al sequestro della struttura.
Nei guai un cinquantunenne di Castel Volturno, per il quale è stato disposto il divieto di soggiorno in Campania, mentre per gli altri tre indagati, tutti residenti nei comuni del vesuviano, è stata disposta la misura dell'obbligo di firma. Pesanti le accuse mosse dalla Procura nei confronti dei quattro: sarebbero responsabili dei reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
Un'attività, quella svolta dai carabinieri, che si interseca con un altro sconcertante episodio del 2020 che ebbe come protagonista l'allora parroco di un piccolo comune dell'Alto casertano, Presenzano.
Il sacerdote allora fu sorpreso da una pattuglia dei carabinieri mentre era in un'auto con due ragazzini rumeni nei pressi del cimitero di Vairano Scalo. Dai controlli sui cellulari del prete e di uno dei ragazzi si scoprì che tra i due c'era una relazione.
A rendere più grave la posizione del prete ci sarebbe, poi, un presunto episodio di violenza avvenuto nella sua canonica. Un ragazzo, individuato nel corso delle indagini, avrebbe riferito di essere stato palpeggiato dal parroco. Accuse che, oltre a costare la perdita dell'incarico per disposizione del vescovo, hanno visto il parroco imputato dinanzi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere con le accuse di abusi su minori, induzione alla prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico. Il processo è in corso.
Tuttavia, da questa attività investigativa e, in particolare, dagli accertamenti sulle strutture frequentate dal prete per i suoi abboccamenti, i carabinieri sono arrivati a identificare il B&B dove, dagli elementi emersi, la prostituzione, di donne e uomini, sarebbe stata non solo abituale ma addirittura, secondo gli investigatori, la principale fonte di guadagno per il gestore della struttura.
Gli indagati, oltre a mettere a disposizione le camere del B&B, si sarebbero serviti anche dei canali social per agevolare l'attività di adescamento percependo, in cambio, una percentuale sui guadagni di accompagnatori e accompagnatrici.