Bimotore scomparso: «Ricerche difficili»

Ancora nessuna traccia del pilota e del piccolo aereo sul quale viaggiava

Vincenzo De Blasio
Vincenzo De Blasio
di Vincenzo Ammaliato
Giovedì 19 Ottobre 2023, 08:51 - Ultimo agg. 11:29
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Passano i giorni, le ricerche continuano, ma senza alcuna novità e si affievoliscono le speranze di ritrovare il comandante Vincenzo De Blasio e quel che resta del piccolo aereo su cui volava domenica nei cieli fra il litorale domizio e l'isola d'Ischia.

Partito in direzione del mare dal Delta Club, la pista di volo di Castel Volturno che aveva fondato lui stesso quarant'anni fa, De Blasio col suo Tecnam da otto posti è sparito pochi minuti dopo. Immediato è stato l'allarme alle forze di polizia da parte dei soci del club presenti domenica allo scalo; altrettanto velocemente si è messa in moto la macchina delle ricerche, coordinata dalla guardia costiera di Napoli. Ma le attività finora non hanno dato alcun esito positivo. De Blasio è un pioniere del volo sportivo in Campania; pilota collaudatore della Tecnam, l'azienda napoletana leader nel mondo per i piccoli aeroplani, il comandante, così come è chiamato da amici e semplici conoscenti, è un punto di riferimento per tutti gli appassionati del cielo della regione. Gli stessi che purtroppo hanno poche speranze che De Blasio sia ancora in vita. Resta, poi, il mistero del messaggio che il comandante ha inviato alla figlia poco prima del decollo dalla pista di Castel Volturno.

«Seppure avesse avuto il desiderio, o fosse addirittura stato costretto da chissà chi di viaggiare senza lasciare tracce - racconta un altro pilota, che preferisce l'anonimato - non ci sarebbe riuscito.

L'aereo che guidava aveva il transponder staccato, ma il velivolo sarebbe stato ugualmente rilevato da decine di radar presenti in altrettante postazioni lungo il percorso che avrebbe fatto. È praticamente impossibile essere invisibili. Invece, credo, purtroppo, che il comandante abbia avuto un malore o chissà cos'altro poco dopo il decollo e che il velivolo si sia inabissato nel mare, a una profondità addirittura superiore ai cento metri, difficilissima per poter essere individuato. Non a caso, non è stato mai rilevato alcun segnale della scatola nera cui era dotato il suo bimotore».

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Le ricerche della guardia costiera si stanno concentrando dal primo momento fra le due isole di Ischia e Ventotene. Qui il mare raggiunge profondità anche superiori ai cento metri. Ci sono alcuni punti dove è anche di centocinquanta e duecento metri. Le ricerche visive consentono di individuare un rottame fino a quindici, massimo venti metri, se le acque sono limpide. Mentre gli ecoscander cui sono dotate le motovedette della guardia costiera impegnate nelle ricerche del bimotore, rileverebbero rottami solo se gli passassero sopra. Insomma, considerando che l'area marina battuta è di circa tremila 500 chilometri quadri, è una sorta di ricerca di un ago in un pagliaio. Per cui, si profila la seconda tragedia dei cieli in appena quattro mesi per il Delta club di Castel Volturno, dopo lo schianto dell'ultraleggero usato solitamente per la scuola guida, noleggiato in quel caso da un corsista per far fare un giro in volo al padre. Era il 10 giugno e morirono entrambi gli uomini sul colpo, schiantati nelle campagne di Cellole per ragioni ancora non chiare. In corso c'è un'inchiesta della Procura che attende i risultati dei periti incaricati.

Il velivolo su cui è decollato lui domenica, a differenza di quello della tragedia di quattro mesi fa, ha un secondo motore, che in caso di avaria del primo, dovrebbe garantire maggiore sicurezza. Evidentemente non lo è stato per lui. Ma fino a quando non sarà trovato quel che resta del velivolo impossibile giungere a qualsiasi conclusione.
 

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