Sos brucellosi nel Casertano:
«Fermate la strage delle bufale»

Sos brucellosi nel Casertano: «Fermate la strage delle bufale»
di Fabio Mencocco
Venerdì 7 Maggio 2021, 10:03 - Ultimo agg. 10:06
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I trattori, mezzi e simboli del lavoro di tutti i giorni, sono disposti davanti allo stadio Scalzone di Casal di Principe che per un giorno è diventato presidio degli allevatori della provincia di Caserta. Chiedono dignità e possibilità di lavorare senza fare i conti con la continua emergenza brucellosi. Tra di loro c'è chi dal 1994 al 2018 ha subito oltre 1200 abbattimenti di bufale. E quando gli si chiede: «Ma come fa ad andare avanti?», il volto si contrae e la risposta viene sussurrata con un filo di voce, ma con tanta dignità: «Economicamente sono allo stremo, vorrei poter lavorare grazie a quello che mi ha lasciato mio padre, ma l'emergenza è continua».


Negli ultimi 27 anni il problema brucellosi ha avuto un effetto devastante sul territorio casertano, in particolare tra le aree del basso Volturno e dell'agro aversano, patria della bufala, dove si produce anche il latte per la mozzarella, oro bianco esportato in tutto il mondo. A causa dei focolai di brucellosi gli abbattimenti sono costanti, tanto che tra gli oltre cinquanta allevatori presenti a Casal di Principe sono tanti ad avere ancora in corso procedure per eliminare gli animali infetti. Gli allevatori, scesi in piazza con i rappresentanti del sindacato Siaab e della Copagri, continuano a chiedere un piano vaccinale alla Regione Campania, ma fino ad ora non c'è stato uno spiraglio da parte del presidente Vincenzo De Luca che pochi giorni fa a Mondragone aveva promesso di triplicare i ristori, ma non si è soffermato sul vaccino.

Ed allora tutti, ma proprio tutti, si chiedono: «Perché non si vuole tenere in considerazione la possibilità di vaccinare?». È una domanda che si pone anche il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale che è sceso in piazza con gli allevatori: «Abbiamo chiesto al presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero di essere ascoltati in sede di consiglio proprio per porre queste domande.

Gli allevatori - aggiunge - vogliono poter vaccinare i vitelli giovani e non gli animali adulti che producono latte, non capiamo quale sia il problema e perché non viene applicata questa procedura».

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Una delle contestazioni è che qualora si dovesse procedere alla vaccinazione bisognerebbe evidenziare la dicitura: «indenne con vaccino» e questo potrebbe provocare una ricaduta negativa sulla vendita del latte in provincia di Caserta. Ma in passato in Campania si è già attuato un piano vaccinale, dal 2010 al 2014, e la flessione del comparto non sembra esserci stata. Anche il sindaco di San Cipriano d'Aversa, Vincenzo Caterino chiede una soluzione al problema brucellosi: «Da anni si va avanti con gli abbattimenti ed a quanto si può vedere la questione è tutt'altro che risolta, anzi molti allevatori lamentano un peggioramento. A questo punto è assolutamente necessario che si applichi un piano d intervento diverso da quello attuale».
LA SIAAB
Contro la «mattanza» delle bufale si schierano anche Lino e Giampiero Martone del Siaab che insieme con l'ex direttore dell'istituto zooprofilattico del Mezzogiorno Domenico Fenizia, sottolineano come non ci sia alcun problema nella vaccinazione dei vitelli e nemmeno «nessun pericolo di trasmissione della malattia nell'uomo» anche perché il processo di lavorazione del latte «avviene ad alte temperature, in grado di eliminare eventuali presenze di brucella». Intanto, solo nel 2020 si contano oltre 40 mila capi abbattuti.
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