Brucellosi negli allevamenti di Caserta,
il dilemma di abbattimenti e vaccini

Brucellosi negli allevamenti di Caserta, il dilemma di abbattimenti e vaccini
di Fabio Mencocco
Sabato 1 Maggio 2021, 12:00
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«Non chiediamo soldi ma la possibilità di lavorare in serenità e poter fare gli imprenditori nel settore della filiera bufalina». Così gli allevatori che aderiscono a Copagri Caserta rispondono alle parole di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania che in un incontro sul litorale Domizio ha promesso di triplicare i fondi in favore degli allevatori, per mettere in sicurezza e riqualificare le stalle in relazione al problema della brucellosi.

La questione zoonosi tiene banco anche perché non si trova un'alternativa agli abbattimenti. Eppure la Comunità Europea nel 2016 aveva emanato un regolamento, che gli stati membri avrebbero dovuto adottare entro aprile del 2021, che prevede la vaccinazione per la brucellosi e altre malattie come la tubercolosi. Regolamento che al momento non è stato ancora adottato mentre 350 agricoltori hanno già firmato un documento in cui si chiede di adottare le normative emanate dall'Unione Europea. «Non comprendiamo in alcun modo l'irrigidimento della Regione Campania verso i vaccini, eppure ci sono studi accreditati che indicano questa strada per combattere il problema della brucellosi. Con l'inoculazione che andrebbe fatta sui capi di bestiame dai 6 ai 9 mesi», dice Salvatore Ciardiello presidente di Copagri Caserta.

Gli allevatori puntano tutto sulla possibilità di vaccinare gli animali per prevenire la possibilità di abbattimenti, è questa la richiesta specifica più importante che fanno alla Regione Campania, come sottolinea lo stesso Ciardiello: «De Luca dice che triplicherà i ristori per le aziende, ma noi non vogliamo soldi. Siamo imprenditori alla questione economica ci pensiamo da soli, quello che vogliamo - continua - è solo poter tutelare gli animali, le aziende e lavorare tranquillamente nel comparto bufalino».

Il problema è molto sentito dagli allevatori che devono fare i conti con le perdite economiche derivate dagli abbattimenti, ecco perché si chiede la reintroduzione del piano vaccinale così «come era già stato fatto dal 2010 al 2014», dice Ciardiello di Copagri Caserta. Sul piano vaccinale, però, non c'è stata un'apertura di De Luca che a Mondragone ha spinto soprattutto su un piano di aiuti triplicato per gli allevatori che metteranno in «sicurezza le stalle ed effettueranno la riqualifica degli allevamenti». 

Sul problema brucellosi, che tocca circa 40 allevamenti nell'area della provincia di Caserta, è intervenuto anche Massimo Grimaldi consigliere regionale di Forza Italia che, insieme con Annarita Patriarca, ha presentato un emendamento sul tema: «C'è bisogno di un piano chiaro di interventi che riveda il sistema dei controlli e dei vaccini», dice Grimaldi che aggiunge: «Il vaccino è indispensabile e indifferibile, lo ripetiamo da mesi insieme agli allevatori e soprattutto confortati da tutti i pareri della comunità scientifica dell'Europa e del ministero competente. Non capisco come si possa ancora continuare a rimandare una scelta ormai necessaria, ci aspettiamo finalmente una risposta definitiva». Problematiche sulla possibilità di avviare una compagna di vaccinazione in provincia di Caserta, vengono sollevate in un documento presentato dal consorzio Dop della Mozzarella di Bufala Campana, a firma del presidente Domenico Raimondo e sottoscritto da Coldiretti Campania, Cia Campania e Copagri Campania. 

All'interno del documento si evidenziano alcune questioni legate all'utilizzo de vaccini: «In primo luogo, secondo quanto ci è stato comunicato dall'istituto zooprofilattico del Mezzogiorno, un piano vaccinale estenderebbe territorialmente l'ampiezza dell'intervento non limitandolo alle circa 58 stalle ma coinvolgendo oltre 360 stalle della zona». Inoltre la Regione Campania sarebbe definita «indenne con vaccino». Dato che l'area della Dop comprende anche altre regioni si «potrebbero generare delle sperequazioni con impatti negativi sulla materia prima proveniente dalla Provincia di Caserta», oltre ad una ricaduta mediatica negativa. Nel documento del consorzio di tutela viene evidenziato invece come il piano di abbattimenti avrebbe «impatto solo ed esclusivamente sugli allevamenti con riscontrate positività» e secondo un'analisi preliminare non andrebbero ad incidere «sugli equilibri di mercato». Allo stesso tempo viene sottolineata la necessità di garantire ristori per gli «allevatori coinvolti nell'eradicazione della malattia». 

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