L'ex Canapificio oltre i sigilli:
«Lavoreremo per strada»

L'ex Canapificio oltre i sigilli: «Lavoreremo per strada»
di Daniela Volpecina
Lunedì 18 Marzo 2019, 12:00
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Non si ferma la protesta dei volontari del centro sociale ex Canapificio di Caserta. Dopo la manifestazione di sabato pomeriggio, che ha portato in piazza oltre duemila persone, gli operatori e i beneficiari dello Sprar (il sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo) torneranno a presidiare la prefettura oggi, e per tutta la settimana, dalle ore 10 alle 19. Particolarmente fitto il programma messo a punto per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla vicenda giudiziaria che martedì scorso ha portato la magistratura a porre i sigilli alla struttura di viale Ellittico, di proprietà della Regione Campania, dove il centro sociale svolgeva le sue attività fin dal 1996.

In piazza questa mattina gli operatori porteranno infatti sedie, banchetti e computer con l'intento di mostrare alla città i corsi, i laboratori, le iniziative, le attività di sportello e consulenza e tutte le azioni poste in essere quotidianamente all'interno dei locali dell'ex Canapificio. «In attesa che la Regione si pronunci sul futuro dello stabile che ospitava il centro sociale spiega Virginia Crovella, una delle operatrici del centro sociale porteremo in strada il nostro lavoro. I sigilli del tribunale non fermeranno infatti nessuna delle nostre attività. Si partirà con l'assemblea settimanale dei 150 beneficiari del progetto Sprar, poi come ogni lunedì si terrà la distribuzione ortofrutticola, ad opera dei piccoli produttori dell'alto Casertano, destinata ai nuclei familiari ospitati nei 23 appartamenti del progetto Sprar. Domani terremo qui anche le prove del gruppo musicale Kalifoo Ground, i corsi di lingua italiana per stranieri e i laboratori per i bambini».
 
C'è fermento anche per la serata di sensibilizzazione e sostegno (rigorosamente a ingresso gratuito) in programma domani sera alle ore 21 al Duel Village con gli attori Toni Servillo e Valerio Mastrandrea e con il regista Andrea Segre, che proietterà il suo ultimo lavoro dal titolo «Paese nostro», un film sugli operatori dei progetti di accoglienza della rete Sprar, girato in parte proprio a Caserta. «In questo centro sociale ha dichiarato Segre centinaia di famiglie casertane in questi anni hanno trovato supporto per l'accesso alle varie forme di sostegno al reddito e migliaia di migranti e rifugiati sono stati accolti. Quando, per motivi di sicurezza, si chiude un presidio di legalità che eroga servizi con finalità istituzionali, gli enti locali hanno il dovere di attivarsi per ripristinare quanto prima la sicurezza per riaprire la struttura e garantire la continuità di quei servizi».

«Alla serata di martedì fa notare infatti Virginia Crovella abbiamo invitato il governatore Vincenzo De Luca, l'assessore regionale Fulvio Bonavitacola, il sindaco Carlo Marino e tutta la giunta comunale. Speriamo non solo che siano presenti ma che si degnino finalmente di dire una parola sulla vicenda dell'ex Canapificio che li riguarda entrambi. La Regione è infatti proprietaria del complesso di viale Ellittico, il Comune invece è l'ente capofila del progetto Sprar». Alla Regione in particolare, i rappresentanti chiedono che presenti una richiesta di dissequestro al gip, predisponendo una messa in sicurezza immediata dei locali. Da Palazzo Santa Lucia non ci sono al momento risposte ufficiali.

Intanto, sul corteo di sabato hanno mostrato diverse perplessità Finizio Di Tommaso e Salvatore Mastroianni, rispettivamente commissario cittadino e coordinatore provinciale della Lega. «I gestori dell'ex Canapificio - si legge in una nota - il cui slancio umanitario si spinge fino al punto da richiedere l'immediata riapertura del centro senza valutare i rischi cui andrebbero incontro i suoi ospiti, ci lascia davvero sgomenti, ancor più delle contestazioni rivolte contro il ministro Salvini. È singolare che si contesti un provvedimento adottato dalla magistratura teso alla salvaguardia della incolumità degli ospiti di una struttura che approfonditi accertamenti tecnici si sono incaricati di valutare rischiosa e inagibile».
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