Carabiniere omicida, il movente della gelosia

Il militare dopo la separazione viveva tra la caserma e san marco

Il luogo dell'omicidio
Il luogo dell'omicidio
di Emanuele La Prova
Giovedì 9 Marzo 2023, 08:41 - Ultimo agg. 13:45
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La comunità di Teano ieri si è risvegliata ancora sotto choc dopo il folle gesto dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Molinaro, 56 anni, originario del centro sidicino e che era in servizio alla Stazione di Carinola, che martedì pomeriggio ha ucciso Giovanni Fidaleo, direttore di un noto albergo di Suio Terme, frazione di Castelforte (Latina), e ferito gravemente la trentunenne Miriam Mignano, ricoverata in prognosi riservata all'ospedale "Gemelli" di Roma dopo essere stata raggiunta da due colpi di pistola. Le indagini sono ancora agli albori, ma sembra acclarato che dietro il folle gesto del carabiniere, che si era separato dalla moglie che vive con i due figli, si celi un movente passionale e dalla gelosia per la donna.

Negli ultimi anni, secondo quanto raccontato da chi lo conosceva, la vita di Molinaro si era complicata. Da diversi mesi, infatti, l'uomo aveva lasciato la sua abitazione di San Marco, il borgo più popoloso dell'ente teanese, dove aveva vissuto con la moglie e i suoi due figli, ed aveva fatto ritorno a Pugliano, la frazione sidicina di cui era originario. La separazione avrebbe rappresentato un colpo durissimo per il 56enne teanese, che avrebbe iniziato lentamente a chiudersi in sé stesso, sprofondando, a quanto pare, in uno stato di depressione.

Chiaramente, nonostante i suoi recenti comportamenti, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che il militare fosse in grado di compiere un gesto così folle e ingiustificabile.

Ultimamente, l'uomo si vedeva raramente tra le strade teanesi: spesso, infatti, preferiva rimanere a Carinola, dove prestava servizio da meno di un anno dopo essere stato trasferito dalla stazione di Castelforte, lavorando per lo più all'interno della caserma. Prima di consegnarsi ai colleghi della Compagnia di Capua, l'uomo avrebbe chiamato una conoscente, raccontandole della tragedia. Nella serata di martedì, i vicini di casa, ancora ignari di quanto accaduto nell'albergo di Suio Terme, sono rimasti alquanto sorpresi quando hanno notato i carabinieri fare irruzione presso l'appartamento del collega.

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I militari della Compagnia hanno ispezionato a lungo l'abitazione. L'uomo aveva in casa una serie di armi, legalmente detenute. L'appuntato, come si apprende, tra l'altro, era solito partecipare a varie battute di caccia organizzate dagli appassionati della zona. Il 56enne, come confermato dal suo avvocato Gianpiero Guarriello, ha esploso i colpi con la sua pistola di ordinanza. Dopo essersi costituito a Capua, Molinaro è stato sottoposto a un lunghissimo interrogatorio, terminato soltanto intorno alle 2 dell'altra notte. Successivamente, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto il fermo per il carabiniere sidicino, accusato di omicidio e tentato omicidio. L'uomo, che era in riposo medico e per questo era assente dal lavoro, è stato trasferito presso il carcere militare sammaritano.

Intanto, sul quanto accaduto nella località pontina continueranno a indagare i carabinieri di Formia, coadiuvati dalla Procura di Cassino e dai colleghi del comando provinciale di Caserta e della Compagnia di Capua.
Nella giornata di ieri, sulla tragedia di Suio Terme è intervenuto anche il sindaco di Castelforte, Angelo Felice Pompeo: «Siamo tutti sgomenti - ha detto - questa è una tragedia che non riesco e definire, e lo è per tutta la nostra laboriosa comunità. Ora è il momento del silenzio».
 

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