Dalle carrozze alle golf car: i tour sostenibili nel Parco della Reggia

Finanziamento da 5 milioni per restaurare il convento dei Passionisti nel Bosco vecchio

Dalle carrozze alle golf car: i tour sostenibili nel Parco della Reggia
di Lidia Luberto
Domenica 23 Luglio 2023, 10:06 - Ultimo agg. 10:11
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Ancora novità alla Reggia. Da lunedì sono entrate in funzione dieci golf car per il pubblico con autista. Si tratta di un servizio a pagamento che consente ai turisti di visitare il Parco reale e raggiungere il Bosco vecchio e il Giardino inglese a bordo di macchine elettriche utilizzabili per piccoli gruppi (cinque persone al massimo). Le golf car sostituiscono, in pratica, le carrozze con i cavalli, eliminate in seguito alla tragica scomparsa di un cavallo che stramazzò al suolo, per la fatica e il caldo, nell'agosto del 2020.

«Pensammo a tale servizio all'indomani della cessazione di quello assicurato negli anni precedenti da carrozze ippotrainate e ci mettemmo subito al lavoro per definire il bando di gara che siamo riusciti a portare a termine, a causa di lungaggini burocratico-amministrative, solo recentemente», spiega il direttore della Reggia, Tiziana Maffei.

Che aggiunge: «Stiamo ancora affinando il servizio che, per noi, è un altro modo per assicurare una maggiore e migliore accessibilità e una più ampia mobilità».

E a proposito di accessibilità ma anche di accoglienza, in questa ottica va letto il progetto elaborato per incrementare il numero di panche e sedute distribuite nel complesso e finalizzate «ad alleviare la fatica della visita al museo e godere da punti strategici, dove verranno posizionate le nuove panchine, della visuale sulla grandiosa bellezza del monumento».
Con un occhio anche alla sostenibilità e alla ecocompatibilità: «Nella maggior parte dei casi - dice Maffei - abbiamo restaurato quelle esistenti e realizzeremo le nuove con materiale di riuso».

Intanto, è in dirittura d'arrivo anche l'intervento nell'area dell'ex Convento dei Passionisti nel Bosco vecchio. «Abbiamo ottenuto un finanziamento di 5.200.000 euro per la realizzazione di nuovi spazi destinati allo studio, alla produzione e alla fruizione di arte e cultura. Tale progetto, che presto andrà a gara precisa la dg prevede, appunto, anche il recupero e la rifunzionalizzazione dell'ex Convento, dove sono previsti una foresteria e spazi per start up di laboratori di designer per oggetti di riuso. Un intervento, anche questo, che ci piace condividere. Perciò, nel prossimo appuntamento di "Dialoghi con la Reggia", che potrà essere seguito sulle pagine Facebook e You tube della Reggia mercoledì prossimo alle 16, se ne conosceranno i dettagli".
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Inevitabile, poi, un ritorno sul destino dei lecci della via d'Acqua. «Prima di tutto devo chiarire precisa il direttore Maffei che si tratta di di sostituzione degli alberi esistenti con esemplari più giovani e rigogliosi. Questi, nel giro di cinque anni, potranno essere risagomati come gli attuali, con il vantaggio che si starà tranquilli per i prossimi 150 anni». Difende con convinzione, il direttore Maffei, la scelta comunicata al pubblico durante una Giornata di studio. «Ciò non significa che non siamo disposti ad accogliere soluzioni migliori, più convincenti e meno drastiche, anche se questi passaggi li abbiamo già fatti tutti al fine di evitare l'intervento. Ma gli esperti, gli studiosi, i tecnici, che monitorano da tre anni la condizione di ogni singola pianta, hanno stabilito che sia questa la scelta più idonea. D'altra parte, anche la sostituzione puntuale dei soli alberi malati o abbattuti praticata finora, ha dimostrato la sua inefficacia: la maggior parte delle piante nuove o seccano o non riescono a crescere per la predominanza degli esemplari più grandi. Mi rendo conto che questa è, forse, la decisione più difficile, ma alla Reggia i problemi si affrontano pensando al futuro e non per la visibilità attuale».
La dg, che, peraltro, ha aperto le porte per un sopralluogo domani pomeriggio, ai rappresentanti delle associazioni che hanno avanzato la richiesta, ricorda la competenza e la professionalità degli studiosi che hanno approfondito la situazione.

«Non credo si possano mettere in discussione le Università di Bologna e Napoli, ai cui docenti, oltre che a tecnici ed esperti, ci siamo affidati. Per la verità, inizialmente, anche noi avevamo pensato di ricorrere alla sostituzione di singoli elementi, ma la gravità della situazione, l'evoluzione con cui le patologie stanno andando avanti e i crolli continui ci hanno fatto propendere per la sostituzione dei 750 lecci. Vorrei far presente, però, - conclude Maffei - che ogni scelta viene presa dopo una lunga e rigorosa riflessione: un luogo del genere non può essere gestito in modo impulsivo o seguendo l'istinto. Né si può criticare se non si conoscono in profondità le situazioni. Come è successo, ad esempio, per l'intervento in corso nella parte di Parco che affaccia su corso Giannone. Eravamo stati accusati di aver abbattuto degli alberi perché il colpo d'occhio rimanda un'immagine di maggiore profondità. Invece, è stata solo liberata l'area dalle sterpaglie e dai rovi, senza rimuovere o tagliare nemmeno una pianta».
 

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