La lettera-appello: «Piazza Dante
a pezzi, il sindaco ordini i lavori»

La lettera-appello: «Piazza Dante a pezzi, il sindaco ordini i lavori»
di Franco Tontoli
Sabato 30 Aprile 2022, 08:32
3 Minuti di Lettura

Piazza Dante, da salotto della città a scantinato in pessimo stato, le condizioni sempre più degradate dei quattro porticati in circolo Il Mattino le ha ripetutamente sottolineate, segnalazioni che non hanno mai trovato riscontro in interventi finalizzati al ripristino del decoro da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute nell'ultimo trentennio. L'opera di restauro della piazza va sottolineato è a costo zero per il Comune perché sono a carico dei proprietari dei quattro immobili, tre dei quali sono il Demanio statale e regionale e la Provincia, soltanto il quarto spicchio in proprietà di un condominio privato.

Mai, nonostante ripetuti suggerimenti dettati dalla necessità di rendere decorosa la piazza principale della città, è partita una ordinanza ingiuntiva ai proprietari degli immobili, procedura peraltro prevista dal regolamento edilizio comunale. L' uovo di Colombo per la soluzione del problema è stato prospettato in una petizione che il presidente e alcuni rappresentati del consiglio direttivo e soci del Circolo Nazionale hanno consegnato ieri al sindaco Carlo Marino.

Un passo della petizione: «L'estetica della Città è regolamentata da norme di tutela edilizia che prevedono anche il mantenimento del decoro e l'indecorosità dei quattro cantoni che contornano la piazza non risulta sia stata mai segnalata, con ingiunzione di conseguenti, dovuti provvedimenti migliorativi ai proprietari degli immobili che per tre quarti sono nel patrimonio di enti pubblici. Che sono: il demanio militare (angolo corso Trieste con via Mazzini), il demanio civile (angolo corso Trieste con via Cesare Battisti), la Provincia (angolo opposto del corso Trieste con via Cesare Battisti) e soltanto il quarto, caratterizzato dalla presenza del Caffè Margherita, in proprietà di privati. Signor sindaco, le chiediamo di attivare con grande sollecitudine le procedure previste per il recupero estetico delle facciate degli edifici che contornano piazza Dante , il salotto da riportare all'aggettivazione di buono eliminando fatiscenza, tracce di umidità, scollamento di intonaci, difformità di colori pur nell'unicum architettonico disegnato nell'Ottocento, infine da dotare di arredi di illuminazione ai porticati funzionali e integri. Un appello, questo, che rivolgiamo da casertani al casertano sindaco di Caserta, città che si appresta a celebrare nel 2023 l'Anno Vanvitelliano.

Quale migliore opportunità per onorare l'architetto, le opere del cui ingegno ci onoriamo di custodire?».

Video

Il presidente del sodalizio, Gianfranco Foglia, riferisce: «La ventata di entusiasmo che un gruppo numerosissimo di nuovi soci ha portato al circolo più antico della Campania, ha ispirato questa iniziativa propositiva che il sindaco Marino ha accolto, anticipando la emissione di una ordinanza indirizzata a quanti sono tenuti al mantenimento estetico degli immobili».
Parte, ora, il conto alla rovescia, l'anno vanvitelliano è alle porte e si spera che gli enti tenuti ai lavori di restauro manifestino efficienza, la stessa un esempio che ha caratterizzato la Curia vescovile che in meno di due mesi ha provveduto al rifacimento delle facciate degli edifici di culto di piazza Redentore e piazza Duomo. Da pungolo dovrebbero fare anche gli assessori Emiliana Credentino (Vivibilità e decoro urbano), Domenico Maietta (Urbanistica, rigenerazione urbana della città), Luigi Bosco (promozione turistica) ai quali continuano a sfuggire gli arredi di piazza Dante: ciuffi di parietaria fiorita alle targhe toponomastiche di Dante Alighieri e Giuseppe Mazzini, un prato verticale di parietaria sotto il porticato d'angolo con via Mazzini, intonaco decadente dappertutto, lampioni frantumati mai sostituiti.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA