Un disastro perfetto. Ben oltre le più catastrofiche previsioni: riapre l'anno scolastico e scompaiono pure i «servizi minimi essenziali di trasporto locale», quelli che dovrebbero evitare il sovraffollamento e un numero di mezzi adeguato nel «rispetto del coefficiente massimo di riempimento non superiore all' 80%». Altro che contrasto e misure anticovid.
La situazione drammatica attanaglia al Ctp, società in concordato preventivo e che lotta contro il fallimento, mette in ginocchio l'Area metropolitana di Napoli e lascia a piedi i comuni dell'Agro Aversano: dal deposito di zona di Teverola, su una flotta di 126 autobus ne partono circa 30.
Disagiata e quasi certamente appiedata un'utenza di quasi 300 mila abitanti a cui va sommate quella alle prese con le corse da e per Caserta. Ormai i segretari provinciali del comparto trasporto (Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uilt-Uil) rispettivamente Angelo Lustro, Pasquale Federico e Vincenzo Sperlongano fotografano «allarmati un disastro assoluto per la Mobilità degli studenti e dei cittadini dei comuni interessati dove il servizio è completamente inesistente». La vicenda, già tormentata per la gestione finanziaria dell'azienda, esce dall'ambito ristretto del conflitto sindacale. C'è la chiamata alla mobilitazione. «E' tempo dice a chiare lettere Angelo Lustro (Cgil)- che i tutti i sindaci dell'Agro Aversano alzino la voce. Urge un intervento perentorio a tutela dei diritti e della dignità dei loro concittadini affinché possano tornare ad usufruire di un normale servizio di mobilità, ormai inesistente da diverso tempo».
L'interruzione irrituale delle ordinarie relazioni sindacali è stata posta addirittura all'attenzione dell' «Osservatorio Conflitti Sindacali presso Ministero delle Infrastrutture e Trasporti». Non sono state ripristinate, nonostante mesi di tavoli tecnici, le normali condizioni di produzione della Ctp: mancano mezzi e molti non hanno ricevuto la manutenzione promessa. Così, il già difficile dialogo sindacale è diventato difficile ad agosto quando non sono state onorate le retribuzioni nemmeno con un provvedimento sostitutivo della Città Metropolitana di Napoli. Si è interrotto quando, nonostante una formale convocazione delle organizzazioni sindacali per martedì 14 scorso, la Città Metropolitana ha deciso di non ricevere la delegazione sindacale ritenuta artefice delle proteste e dell'interruzione del servizio. Dalla scontro si è arrivati alla paralisi. Lo comunicano alle autorità territoriali, ai prefetti e al ministrato, le segreterie regionali della Filt-Cgil, Uiltrasporti e UglFna: «Il Servizio risulta completamente fermo presso gli impianti di Pozzuoli e Teverola, mentre ad Arzano (deposito dotato di mezzi nuovi, è stato riattivato con percentuali bassissime».
E non c'è una via d'uscita perché l'azienda, versando in condizioni di dissesto non ha le risorse per garantire la manutenzione». Si scivola verso un fallimento e un collasso di tutti i servizi. I bus non potranno tornare in strada perché, oltre alla manutenzione, c'è carenza dei dispositivi di sicurezza. «Non ci sono le condizioni certificano le segreterie regional - per un ritorno immediato o a breve in esercizio». Tant'è che la Ctp ha predisposto, dal 10 al 14 settembre, congedi di ufficio per tutti i lavoratori ad eccezione degli addetti alla sorveglianza dei beni aziendali. «Siamo al disarmo puntualizza Angelo Lustro, segretario provinciale Filt-Cgil - perché una crisi, che si trascina dal marzo e aprile del 2020, non ha avuto nessuno sbocco se non quello di azzerare l'attività. La strategia che puntava a spostare gli oneri del risanamento sui dipendenti è diventata una scelta di fatto di scaricare tutti i costi, finanziari e sociali anche sull'utenza proprio quando in Italia di dibatte del potenziamento del trasporto locale».