Casertavecchia, duomo negato ai fedeli: porte aperte a singhiozzo

«È triste e deprimente vedere le porte della cattedrale sbarrate»

Il duomo di Casertavecchia
Il duomo di Casertavecchia
di Lidia Luberto
Sabato 24 Dicembre 2022, 12:00 - Ultimo agg. 17:12
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Il Duomo millenario chiuso è la dimostrazione plastica dell'abbandono nel quale versa il borgo medievale di Casertavecchia, il monumento nazionale, quello che dovrebbe essere vanto ed opportunità per l'intero territorio.

«È triste e deprimente vedere le porte della cattedrale sbarrate. Sono settimane che va così, per i fedeli, ma anche per i turisti. Una cosa vergognosa. Quella che è una delle mete turistiche e culturali della nostra cittadina è off limits da quando è stato trasferito il parroco, don Nicola Buffolano, destinato ad altro incarico», dice Elena Toscano, l'artigiana resa famosa dai suo mitici Spiritelli.

Dopo la nuova destinazione di don Nicola, il vescovo aveva affidato la cura delle chiesa ai frati cappuccini, l'ordine che in passato se ne era già occupato. Padre Teofilo Napolitano, era stato l'ultimo frate ad operare nella chiesa di Casertavecchia, poi se ne era occupato don Silvio Verdoliva, quindi, per oltre 20 anni, don Pietro De Felice, e, successivamente, appunto, don Nicola Buffolano.

Parroci che avevano operato con grande passione per la chiesa ma anche per il bene della comunità, cercando di valorizzare il monumento, di renderlo accogliente, di promuoverlo non solo dal punto di vista liturgico, ma anche per lo sviluppo dello stesso borgo. 

Ora, invece, c'è una situazione di grande precarietà: la chiesa è quasi sempre chiusa e affidata, ma solo per 20 ore settimanali, ad un sagrestano, dipendente della Curia, che la apre in occasione delle funzioni e per qualche gruppo di visitatori, ma solo se prenotati. «Attualmente non c'è più neppure il frate incaricato dal vescovo e che, per la verità, veniva esclusivamente di domenica.

Al momento se ne sta occupando il vicario generale della Curia, Gianni Vella con sacerdoti a rotazione che vengono a celebrare la santa messa», dicono gli abitanti di Casertavecchia che si sentono ancora una volta trascurati.

«Non c'è stato nessuno a officiare le funzioni né nel giorno dell'Immacolata, né la domenica successiva», ribadiscono. «Ora sembra ci abbiamo garantito almeno le messe di Natale: alle 23 di stasera e alle 12 e 18 di domani.

Ma si tratta di una situazione temporanea». 

Da qui la speranza che è anche un appello: «Il nostro auspicio è che il problema sia risolto definitivamente, che si individui un parroco dedicato e venga garantita l'apertura della chiesa anche oltre le funzioni che vi si svolgono. Peraltro - sottolinea Pierluigi Cicia, presidente della Pro loco - tanti abitanti del borgo hanno dato la propria disponibilità per tenere aperta la chiesa a livello volontaristico ed effettuando dei turni ad hoc».

Ma la situazione del Duomo è, come detto, solo un male ulteriore per un borgo che sembra sempre più agonizzante. 

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«La cattedrale aperta quando capita è uno dei tanti problemi di Casertavecchia. Qui sembra davvero di procedere come i gamberi: un passo avanti e due indietro. Dopo il clamore del Settembre al borgo, tutto cade nella più assoluta e colpevole indifferenza», dice Michele Della Valle, titolare di un b&b situato nel centro del borgo, che continua indicando i disagi e i disservizi evidenti nell'area. «Le strade sono di nuovo piene di erbacce, la piazza è come al solito invasa da auto in sosta, la strada panoramica è sempre inagibile. Io qua ho investito, ma sono molto deluso. Abbiamo lavorato, in questo periodo, grazie ai mercatini al Castello di Limatola, ma - conclude - che pena ascoltare i commenti degli ospiti del mio albergo».

Una percezione comune a tanti: «Casertavecchia sembra un paese che va a finire e così sarà se non si farà qualcosa di concreto, se non si individueranno incentivi per chi ha un'attività, se non si avrà attenzione per l'utenza e per i turisti, se non si ragionerà in termini di progettualità», è la dichiarazione di un operatore del luogo che si raccomanda di rimanere anonimo. «Ho già tante critiche per ciò che dico e non voglio attiramene- spiega l'operatore - di più». La speranza continua ad esserci, il desiderio è che sotto l'albero di Natale possa esserci il regalo tanto atteso: un piano di rivalutazione del bel borgo. 

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