Clan dei Casalesi in ginocchio:
si pente il figlio di Bidognetti

Clan dei Casalesi in ginocchio: si pente il figlio di Bidognetti
di Marilù Musto
Sabato 4 Maggio 2019, 09:03
3 Minuti di Lettura

La notizia del pentimento di Raffaele Bidognetti non viene semplicemente fuori, ma esplode. Perché lui, Raffaele, 45 anni, rinchiuso al 41 bis dal 2006, è il figlio del boss sanguinario Francesco Bidognetti conosciuto dai camorristi e dai giudici come «Cicciotto e mezzanotte». E fa rumore anche perché è il secondo figlio di un boss di spessore, dopo Nicola Schiavone, che mette in ginocchio il clan dei Casalesi. È il 12 aprile quando Raffaele detto O' Puffo chiede di parlare con i magistrati dell'Antimafia. All'appuntamento nel carcere di Benevento si reca il pm Alessandro D'Alessio della procura di Napoli, accompagnato dagli uomini della squadra mobile di Caserta.
LA TOGA
Parla, Raffaele O'Puffo. E racconta che l'avvocato Carmine D'Aniello, il suo avvocato, sarebbe stato il tramite fra lui e il padre nel periodo della detenzione di papà Francesco al carcere duro. Ora, fra i nomi che comincia a tirare fuori dal calderone dei segreti c'è anche quello di un'avvocatessa che difendeva padre e figlio fra il 2003 e il 2004. Nel 2004 Raffaele Bidognetti - ormai neo sposo a Parete - riceve il messaggio del padre, direttamente dal carcere, grazie alla toga: da quel momento in poi sarebbe stato Luigi Guida O'drink, il capozona del rione Sanità, a reggere le sorti dei Casalesi per conto dei Bidognetti.
DELITTO FALCO
Dal 12 aprile Raffaele Bidognetti è un fiume in piena. Racconta ai magistrati dei rapporti burrascosi fra «Cicciotto» e Michele Zagaria, l'ex primula rossa che quando sente parlare di pentimento va in tilt. E, anche, di quei progetti a Casaluce su cui lui aveva messo le mani: snocciola nomi di professionisti e politici. Catturato nel 2006 a Casal di Principe mentre era intento a curarsi un molare, Raffaele Bidognetti non è più uscito dal carcere. Figlio della prima moglie del boss, Teresa Tamburrino, uccise nello studio medico il dottor Gennaro Falco, 67 anni, un professionista molto stimato a Parete. Per Raffaele O'Puffo era «colpevole» di non aver guarito la mamma da un tumore. Il medico fu ammazzato con un colpo alla fronte mentre prescriveva le medicine a una sua assistita, ferita di striscio alla spalla.
LA STORIA
Condannato all'ergastolo con il fratello Aniello, è il responsabile anche del duplice omicidio che sancì l'alleanza tra i Bidognetti e i La Montagna e che costò la vita a Sandro Chiocchiariello e Giuseppe Angelino nel Parco Verde di Caivano. Era il 2004. Fu un «patto di sangue» che cementificò l'unione fra clan. Domenico La Montagna chiese a Raffaele Bidognetti di integrare il gruppo di fuoco con esponenti del sodalizio di matrice casalese. Così come l'omicidio di Amedeo Branni avvenuto il 26 luglio del 1994: per i magistrati fu un giovanissimo Raffaele O'Puffo a ordinare l'uccisione del pusher.
LA DECISIONE
Ora, dovrà raccontare di questo e di tanto altro: i magistrati vogliono mettere nero su bianco fatti inediti. I familiari più vicini a Raffaele Bidognetti, ora, sono al sicuro in una località protetta, lontani da Parete e Casal di Principe.
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