Coronavirus, glicemia su e recidiva:
i pazienti campani diventano un caso

Coronavirus, glicemia su e recidiva: i pazienti campani diventano un caso
di Ornella Mincione
Venerdì 22 Maggio 2020, 09:13
5 Minuti di Lettura

Il Covid è correlato ai valori della glicemia: questo l'esito dello studio condotto dall'università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli su 59 pazienti ricoverati presso i reparti di Malattie Infettive dell'ospedale Sant'Anna di Caserta e della stessa università.

I POSITIVI
Inoltre, sono almeno sette le persone tornate positive nel Casertano dopo essere risultate guarite, ovvero dopo aver praticato il doppio tampone risultando negativi. La ripositivizzazione riguarda un'area circoscritta, quella del comune di Santa Maria Capua Vetere, il più colpito nel Casertano in termini di contagiati e deceduti, dove madre e figlio, dopo la guarigione, sono tornati di nuovo positivi; l'Asl di Caserta, con l'ospedale dei Colli e il Policlinico dell'Università Vanvitelli, sta svolgendo delle ricerche sul fenomeno. «La letteratura medica internazionale - spiega il direttore generale dell'Asl di Caserta, Ferdinando Russo - dice che queste persone non dovrebbero trasmettere il virus, ma comunque dobbiamo usare molta cautela».

A LETINO
Quindi, secondo i dati del report ufficiale dell'Asl di Caserta di ieri, risultano altri quattro positivi, tutti del comune di Letino. Il numero totale dei contagiati in provincia è di 452, mentre il numero dei positivi attuali, cioè di coloro che, in questo momento sono in cura per l'infezione Coronavirus, è 60. Due i guariti in più, che ora in totale sono 348. Decessi fermi a 44 e soltanto uno in meno dei cittadini in autoisolamento fiduciario, a quota a 3.792, di cui 987 provenienti da fuori regione. Gli obbligati alla quarantena perché in contatto diretto con alcuni positivi, sono 120. Il quadro generale della situazione emerge da 20.122 tamponi processati dall'inizio dell'emergenza.

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LE CARATTERISTICHE
Mentre si continua a leggere i diversi numeri che descrivono la situazione attuale sul fronte Coronavirus, si studia per conoscere meglio il valore e le caratteristiche del virus. Una ricerca campana evidenzia gli effetti del controllo glicemico precoce sull'evoluzione della malattia da Coronavirus e apre nuove prospettive terapeutiche indirizzate a ridurne la mortalità.

LA PUBBLICAZIONE
Lo studio, pubblicato su Diabetes Care, è frutto di un'analisi su 59 pazienti ricoverati nei reparti di Malattie Infettive dell'ospedale Sant'Anna di Caserta e dell'Università degli Studi della Campania, Luigi Vanvitelli. In sintesi, lo scompenso glicemico, condizione in cui i valori di glucosio nel sangue sono eccessivamente alti, è responsabile di complicanze nei pazienti anziani affetti da Covid 19. Il gruppo di ricerca composto da internisti, infettivologi, e biologi, e coordinato da Raffaele Marfella, professore ordinario di Medicina Interna all'Università Vanvitelli, ha evidenziato che valori elevati di glicemia, superiori a 140 mg/dl al momento del ricovero in ospedale, si associavano ad aumentato rischio di mortalità. L'associazione fra diabete e rischio di mortalità nei pazienti con Covid 19, rileva lo studio, era ampiamente documentata. Meno chiaro era invece l'impatto del controllo glicemico sull'intensità del trattamento richiesto e sulla mortalità nei pazienti con Covid-19. La ricerca ha evidenziato che il sangue dei pazienti iperglicemici presentavano alti livelli di infiammazione e di fattori che favorivano la coagulazione. Da qui l'ipotesi che lo scompenso glicemico possa peggiorare la malattia Covid 19 provocando gravi alterazioni dell'apparato respiratorio e cardiovascolare.

L'OSSERVAZIONE
«Abbiamo osservato - spiega Marfella - che la normalizzazione precoce della glicemia, mediante insulina, si associa a una riduzione dell'infiammazione, della coagulazione e della mortalità. Quindi una maggiore attenzione ai livelli glicemia potrebbe migliorare in modo significativo la sopravvivenza dei pazienti affetti da Covid-19». Intanto, il lavoro dell'Asl di Caserta per rafforzare la rete emergenziale del territorio continua, ripartendo dal punto in cui si era interrotto l'iter, prima dalla pandemia. Nei mesi scorsi, la direzione generale guidata da Ferdinando Russo, aveva indetto un bando per il conferimento degli incarichi vacanti proprio nel servizio del 118. Un bando aperto a diverse tipologie di medici che potevano candidarsi rispondendo ai diversi requisiti inseriti nel bando stesso. «I posti vacanti del servizio al tempo del primo bando erano circa 50 - spiega il manager dell'Asl Russo -.

Ma in quel caso si candidarono in pochi e non vennero coperti tutti i posti disponibili». In effetti al bando che risale ad un paio di mesi prima della fine del 2019, risposero in 40: poi, però, alla chiamata e all'accettazione dell'incarico andarono solo in 25. Di questi due si ritirarono e quindi rimasero poco più di 20 ad entrare in servizio dall'inizio del mese di gennaio. «Il deficit è rimasto e quindi abbiamo deciso di indire di nuovo il bando», precisa il direttore Russo. Sulla delibera, infatti, si legge che risultano vacanti 30 posti all'interno del servizio di emergenza dell'Asl casertana. Ad oggi, l'organico operativo è di 144 dirigenti medici, a fronte di un organico previsto di 215, comprensivo dei medici del 118 attivi nei Pronto Soccorso e nel Dea, come si legge dalla nota del responsabile del 118 Roberto Mannella sul fabbisogno aziendale delle unità operative. Al bando rispondendo e accettando l'incarico solo 24 medici, restano scoperti 26 posti, si legge nella nota del responsabile Mannella. Dunque resta da aspettare che nei venti giorni successivi alla pubblicazione sul Burc di tale bando ci siano le candidature dei medici in prima istanza, seguite poi dalle accettazioni di incarico utili a coprire tutti i posti vacanti.

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