Dalle schede elettroniche, sempre più colpite da riduzione di prezzi di vendita e quindi difficili da mantenere come produzione in Italia, all'assemblaggio di prodotti finiti con particolare attenzione ai settori della Green Economy, dell'Aerospace e della Difesa, che potrebbe godere delle risorse del Recovery Fund.
È la nuova mission produttiva comunicata al Mise (Ministero Sviluppo Economico) e ai sindacati dalla multinazionale Jabil, che ha lo stabilimento a Marcianise.
Anche nell'incontro del 14 maggio infatti, la multinazionale Usa ha ribadito l'intenzione di arrivare ad una forza lavoro di 250 addetti; 150-200 dipendenti Jabil potrebbero essere ricollocati presso l'azienda elettronica T.M.E.,che vorrebbe riutilizzarne una parte (cinquanta) nel suo stabilimento di Portico di Caserta, e l'altra in un sito non ancora individuato. Numerose le perplessità avanzate dai sindacati dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, al viceministro dello Sviluppo Economico Alessandra Todde . «Ancora una volta - lamentano i sindacati - i piani della Jabil vanno verso un ridimensionamento della forza lavoro. Chiediamo al Governo e alla Regione Campania di effettuare un attento monitoraggio sui piani della Jabil, che ha già disatteso accordi sull'occupazione presi a livello ministeriale, e di non farsi sfuggire le opportunità del Recovery Fund». Il prossimo incontro, cui parteciperà anche il ministero del Lavoro, è previsto per fine maggio.