Salari e assunzioni lumaca, l'ira dei lavoratori ex Jabil

Al Centro Direzionale l'ennesimo sit-in di protesta

Proteste ex Jabil
Proteste ex Jabil
di Franco Agrippa
Martedì 16 Gennaio 2024, 08:22
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Il nuovo anno non è certamente iniziato sotto una buona stella per gli ex dipendenti della multinazionale Jabil e passati a Softlab e Orefice. Tutti gli impegni presi presso il Mimit, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, lo scorso mese per una proroga della cassa integrazione per i lavoratori Softlab, e quelli presi in Regione Campania per l'assunzione dei 22 lavoratori di Orefice finora non sono stati onorati in pieno. Così, ieri, per l'ennesima volta, le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, le Rsu delle due aziende e i lavoratori sono tornati in strada effettuando un presidio davanti agli uffici della Regione presso il Centro Direzionale di Napoli.

I segretari casertani delle sigle dei metalmeccanici di Cisl, Cgil e Uil, hanno incontrato l'assessore regionale alle attività produttive Antonio Marchiello, che ha dato rassicurazioni su un suo intervento per risolvere l'impasse che riguarda i due gruppi di lavoratori, accomunati dall'essere tutti ex dipendenti della multinazionale Jabil di Marciannise, fuoriusciti da quest'ultima, da anni in grave crisi produttiva, e riassunti appunto in Softlab e Orefice, con l'impegno delle due aziende di avviare e tenere la produzione nel casertano o al massimo nella confinante provincia napoletana.

Le produzioni non sono mai partite e nel frattempo ai lavoratori sono state date continue garanzie, dallo stesso Marchiello o da funzionari ministeriali, che però non hanno portato a soluzioni concrete.

I 22 ex Orefice, secondo gli ultimi impegni presi in Regione, dovevano essere assunti dal gruppo Seri, che a Teverola sviluppa, attraverso lo stabilimento Fib, batterie al litio; l'imprenditore nonché titolare del gruppo Vittorio Civitillo, che è anche sindaco di Piedimonte Matese, ne ha assunti però appena nove dall'8 gennaio scorso, per gli altri resta lo status di disoccupati. I quasi 200 di Softlab Caserta a fine dicembre hanno invece ricevuto l'ancora di salvataggio della cassa integrazione, prorogata fino a giugno prossimo, ma l'azienda non ha offerto loro alcuna prospettiva produttiva. «La Softlab dovrebbe presentare piano industriali dice Francesco Percuoco, segretario della Fiom-Cgil di Caserta di cui però non si vede traccia».

Di mezzo ci sono anche le spettanze economiche che i Softlab avanzano da alcuni mesi: in particolare una trentina di lavoratori Softlab aspetta lo stipendio, per aver lavorato nei mesi scorsi a commesse di cui si occupano in prevalenza altre sedi aziendali del gruppo, non quella di Caserta; il resto degli addetti è invece sempre stata in cassa integrazione dal momento del passaggio da Jabil a Softlab, e attende da ottobre 2023 una parte delle somme per l'ammortizzatore sociale, che l'Inps ancora non liquida per problemi nella procedura.

«L'assessore Marchiello ci ha fornito ulteriori garanzie che si impegnerà presso l'imprenditore Civitillo per quanto concerne gli ex Orefice e presso il Ministero per i Softlab. Chiedo alla Regione conclude e alle altre istituzioni di far rispettare gli impegni presi. I lavoratori sono davvero provati per queste vertenze senza fine». Il segretario provinciale della Uilm Ciro Pistone aggiunge: «L'assessore Marchiello ha accolto le nostre solite ed ennesime istanze, impegnandosi personalmente con l'ing. Civitillo (Fib) per l'assunzione dei restanti lavoratori Orefice come previsto dagli accordi e a dare consenso per i 6 mesi di proroga della cassa integrazione per i lavoratori Softlab. Tutto questo, però, - dice ancora Pistone - senza un supporto con i piani di formazione alla cig finché non darà un piano industriale. Una cosa quasi impossibile, considerata la totale inaffidabilità di questo pseudo imprenditore di Softlab, che ha preso tutti in giro per anni, con continui posticipi e effimeri piani di sviluppo. Speriamo - conclude il segretario della Uilm - che finalmente le nostre istituzioni regionali diano seguito a fatti concreti perché ci sono quasi 250 lavoratori sull'orlo del baratro».

Infine, in comunicato stampa, le tre organizzazioni sindacali, con i lavoratori hanno sottolineato: «Ci sono state molteplici mobilitazioni presso la Regione Campania con conseguenti rassicurazioni, adesso bisogna passare ai fatti. Pertanto chiediamo alla Regione Campania di presenziare ai prossimi incontri che si svolgeranno al Mimit e di esercitare il proprio ruolo di tutela istituzionale e sociale perché il territorio non può continuare ad essere mortificato e penalizzato da scelte imprenditoriali senza prospettive ma finalizzate solo ad accaparrarsi i finanziamenti pubblici e privati».

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