Lavoro, le sfide del 2024: nel Sud soffrono di più manifatturiero e auto

Non solo l'Ilva tra le vertenze più calde

Un sit-in lavoratori Jabil
Un sit-in lavoratori Jabil
di Nando Santonastaso
Venerdì 29 Dicembre 2023, 09:42
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Non solo l'ex Ilva di Taranto, con le forti incognite per i diecimila addetti diretti e dell'indotto. L'anno che sta per chiudersi consegna al 2024 anche altri nodi da sciogliere al Sud per il futuro soprattutto del manifatturiero e della grande distribuzione organizzata. Nomi in genere già noti, vertenze spesso infinite come nel caso dell'irrisolto dopo-Fiat a Termini Imerese in Sicilia o della Bosch di Bari nella componentistica auto, in piedi ormai da più di tre lustri. Ma nell'elenco delle crisi industriali aperte (37 in tutta Italia quelle in carico al momento al ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ne aggiorna puntualmente sviluppi e prospettive sul proprio sito), ci sono anche situazioni meno conosciute e non per questo di minore peso mediatico sul territorio. Si spazia dal tentativo di prorogare per quanto possibile la Cassa integrazione ai lavoratori che rischiano la mobilità e il licenziamento, alle mai sopite speranze di riconversione per impianti senza prospettive attuali di ripresa. Per queste ultime, la ventata di ottimismo seguita all'acquisizione dell'ex Whirlpool di Napoli da parte del Gruppo campano Tea Tek è stata una formidabile iniezione di fiducia: «È la dimostrazione che la continuità produttiva è possibile anche al Sud e che a maggior ragione oggi l'impegno del sindacato e delle istituzioni deve puntare sempre di più a salvare il manifatturiero meridionale e in particolare l'indotto automotive, per il quale le preoccupazioni sono serie» dice il segretario regionale della Uil campana Giovanni Sgambati.

Un epilogo simile, almeno in apparenza, a quello dell'ex Whirlpool di via Argine potrebbe arrivare sempre in Campania per i lavoratori della Jabil di Marcianise. Le analogie non sono poche: anche in questo caso lo stabilimento di una multinazionale Usa passerebbe ad un'azienda locale, la TME di Portico che opera nel settore delle schede elettroniche e che si sarebbe detta disponibile a riassorbire tutta la manodopera (430 dipendenti). «Invitalia ha garantito un finanziamento e la Regione Campania ha già incontrato i nuovi potenziali acquirenti, la possibilità che l'accordo si definisca è concreta» conferma l'assessore regionale al lavoro e alle Attività produttive della Campania Antonio Marchiello che per costume tiene sempre i piedi ben piantati per terra. Lo impone, del resto, anche la vicenda della Softlab di Caserta, circa 200 addetti, che aveva assorbito una parte dei lavoratori della stessa Jabil: le cose non sono andate come si sperava e si sta cercando ora di ottenere in sede ministeriale la proroga della Cig che scade tra due giorni. «La proprietà ha bisogno di 6 mesi per ristrutturare l'azienda, noi siamo pronti a garantire le politiche attive» spiega Marchiello.

Che al capitolo "corsa contro il tempo" ha dovuto iscrivere anche il caso della Coop di Afragola, 150 lavoratori al momento senza certezze: oggi alla Regione ci sarà un tavolo con i vertici della Coop di Modena, i sindacati e la prefettura nella speranza di definire un percorso che eviti la chiusura del Centro.

Tra i casi più spinosi c'è anche quello della Dema, sigla di eccellenza del comparto aeronautico-aerospaziale della regione e del Mezzogiorno, 400 dipendenti tra i siti di Paolisi e Somma Vesuviana: sembra possibile l'intervento di un nuovo fondo di investimento per superare una volta per tutte le perplessità e i dubbi che hanno caratterizzato gli ultimi anni dell'azienda. Ancora una volta sarà decisiva la sinergia tra Regione e Mimit che anche sul piano dei rapporti personali sembra funzionare piuttosto bene. Il bicchiere mezzo pieno riguarda invece l'Industria Italiana Autobus di Flumeri, in Irpinia, dove l'arrivo del nuovo amministratore delegato Giancarlo Schisano, manager di assoluta affidabilità ed esperienza, dovrebbe coincidere con il rilancio dello stabilimento, dopo mesi di incognite e di commesse perse per mancanza di liquidità. Il 2024 potrebbe anche portare lavoro agli ultimi 15 dipendenti della Merid Bulloni di Castellammare di Stabia che non hanno ancora trovato una nuova occupazione dopo la cessione dello stabilimento mentre già sono certi del rientro i 22 dipendenti di Orefice che sono statio rilevati dal gruppo Civitillo nell'ambito della Seri (batterie) di Teverola.

Sono segnali di quel dinamismo della ripresa economica in Campania che da più parti si osserva ma che non provoca forti analogie con le altre regioni del Mezzogiorno. In Puglia, ad esempio, sono 40 le vertenze aperte secondo fonti sindacali, tra pmi manifatturiere e aziende del commercio, con un migliaio di posti di lavoro a rischio, come se già non bastassero le prospettive ancora poco positive della Bosch di Bari, legate strettamente all'andamento dell'indotto auto nazionale. In Sicilia sono stati riaperti i bandi per l'acquisizione dell'area dell'ex Fiat di Termini Imerese dopo l'esperienza non proprio vincente della Bluetec. Ci sarebbero almeno un paio di proposte su cui discutere (una, a quanto pare, farebbe capo all'attuale presidente del Catania Calcio, l'altra ad una cordata di imprese Sciara Holding e Smart City Group, denominata "Progetto SUD Smart Utility District"). Difficile valutare come finirà, visti i precedenti.

In Calabria è il futuro dei lavoratori dei call center a preoccupare. Per l'Abramo Customer Care, il caso più significativo, è stata scongiurata per ora la Cassa integrazione per un migliaio di lavoratori grazie anche alla moral suasion del governatore Occhiuto. Ma lo scenario rimane incerto. E per il Sud che vuol essere competitivo non è di sicuro una bella notizia.

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