De Luca: «Caso Pd? A Caserta adesso serve un miracolo di Padre Pio»

Il governatore in città per la consegna dei bus di Air Campania

De Luca a Caserta
De Luca a Caserta
di Luisa Conte
Martedì 7 Novembre 2023, 08:11 - Ultimo agg. 08:12
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«Risolvere la questione del Pd a Caserta? Qui dovete rivolgervi a Padre Pio, è al di sopra della mia portata». Le parole del governatore Vincenzo De Luca, a margine della conferenza stampa tenutasi dopo la presentazione dei nuovi bus nella sede casertana dell'Air Campania, la dice lunga sulla criticità del Pd in Terra di Lavoro. Un problema senza soluzione appare, questo, anche agli occhi di chi "Nonostante il Pd" continua la sua personale battaglia per ricomporre il Pd. Un Pd ieri presente nella sala del teatro "Parravano" dove il governatore ha discusso del suo libro con il giornalista de "Il Mattino" Nando Santonastaso. Il cuore del Pd si sentiva battere in quella sala ma era solo a metà. Non hanno fatto rumore, ma le assenze della senatrice Susanna Camusso, dell'europarlamentare Pina Picierno e del deputato Stefano Graziano sono state avvertite da tutti.

Assenze che potrebbero avere un motivo, anzi qualcuno in più: tra vecchie e nuove questioni la galassia democratica di Terra di Lavoro non riesce a trovare una dimensione unitaria. Il confronto interno è scomparso, complicato da recuperare anche con l'arrivo della commissaria Camusso, inviata dal Nazareno per tentare di ricomporre un partito a pezzi.

Ma per chi sperava nella presenza massiccia di uno schieramento piuttosto che l'altro è rimasto deluso: al "Parravano" non c'è stata nessuna dimostrazione di forza, nessuna conta di numeri, nessuna passerella di potere. Ad attrarre i presenti - tanti da riempire l'intera platea - Vincenzo De Luca, protagonista indiscusso della serata. Un soliloquio - interrotto a tratti, con la giusta tempistica dalle domande di Santonastaso - per raccontare del suo libro, già alla seconda ristampa e quasi introvabile a Caserta. Un dire e una gestualità teatrali, quelli del governatore, che hanno fatto scattare l'applauso in più occasioni.

Qualcuno ha anche urlato, più di una volta, "bravo" ma poi il silenzio, la massima attenzione alle parole e al pensiero di De Luca. Un pensiero raccontato con un linguaggio semplice, comprensibile ai più, farcito con stilemi dialettali a volte anche poco eleganti ma sempre incisivi, adatto a quel pubblico che pur di cambiare accetta di buon grado anche qualche parolaccia lanciata lì per far ridere e sorridere e sdrammatizzare, in un certo qual modo, la tensione e il peso di fare politica. Ma della situazione politica casertana De Luca non ha parlato, del Pd di Terra di Lavoro nemmeno una parola davanti ad una platea dove nelle prime file spiccavano le presenze dei sindaci Carlo Marino, Adolfo Villani, Enzo Guida, Giustino Castellano, Anacleto Colombiano, del presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, e poi di tanti consiglieri e assessori dei comuni di Terra di Lavoro, di Nicola Caputo e Vincenzo Santangelo di Italia Viva (molte le presenze dei renziani), di Teresa Ucciero di Azione, di Maria Luigia Iodice, del moderato Giovanni Zannini.

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Insomma, una platea composita seduta ad ascoltare Il lungo racconto del governatore, un sintetico excursus di quanto pubblicato nel suo libro "Nonostante il Pd", un Pd «incapace di essere un'alternativa vera e reale all'attuale governo della Meloni che è stata indicata come simbolo della coerenza quando è stata eletta e che ora dice e fa tutto il contrario di quanto detto in precedenza». De Luca ha sottolineato ancora una volta l'incapacità del partito di prendere posizioni nette e chiare su questioni importanti come la giustizia, la sanità, la sicurezza. Ha ribadito che accanto alla «solidarietà e all'umanità c'è bisogno di verità. Chi arriva nel nostro Paese deve rispettare ha detto le regole italiane e anche gli stili di vita italiani. Qui, sul litorale c'è la mafia extracomunitaria, ma il partito non parla. E c'è bisogno di parlare e saper parlare di e con le imprese perché bisogna assicurare la crescita economica affinché ci sia anche quella sociale. Necessario un linguaggio adeguato che possa arrivare a tutti. Io parlo con i giovani e loro mi ascoltano perché vedono anche l'esempio e non solo vuote parole senza senso e difficili da comprendere». Si è infervorato sui temi Zes e Fondi di sviluppo e coesione: «Bisogna combattere con le unghie e con i denti per evitare che l'Italia sprofondi», ha sentenziato. Ed è per questo «che resto qui. Io qui sto bene, che se ne vadano loro. Non abbandono per il rispetto che ho nei confronti delle tante persone che credono nel progetto come me».

 

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