Urbanistica a Napoli, sì al patto tra Comune e Regione: «Al via la sfida green»

Discepolo: «I piani vanno attuati non sacralizzati»

Il convegno
Il convegno
di Luigi Roano
Sabato 23 Marzo 2024, 23:48 - Ultimo agg. 24 Marzo, 10:00
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La giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi ha approvato il «Documento strategico» - in sostanza l’impalcatura del nuovo Prg o Puc cioè Piano urbanistico comunale - che avrà nella rivisitazione delle regole il suo punto forte. Una riforma per rendere più flessibile il Prg: i cambi di destinazione d’uso dei capannoni industriali sono un esempio molto plastico per capire di cosa si sta parlando quando ci si riferisce alla rigenerazione urbana. E cambi di destinazione d’uso servo per consolidare patti tra la parte pubblica e quella privata. L’unica moneta che ha disposizione l’ente locale è quella urbanistica ovvero la flessibilità delle regole nell’ambito di un quadro di norme condiviso come può essere la “premialità”.

E la settimana che sta finendo è stata importante per l’Urbanistica anche perché la IV Commissione del Consiglio regionale ha dato via libera alla nuova «Legge di governo del territorio» la cornice di regole a cui tutti i 550 comuni della Campania sono chiamati a rispettare. E qui dentro “la premialità” è un fattore incentivante per le imprese e i privati. In questo contesto, la vicesindaca e assessore all’Urbanistica Laura Lieto e l’assessore all’Urbanistica della Regione Bruno Discepolo hanno trovato diversi punti di convergenza. Il primo, la necessità di aggiornare i rispettivi strumenti regolatori e a seguire l’orientamento verso il consumo suolo zero e la riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’esistente. E ancora la domanda di edilizia pubblica e la necessità di porre un rimedio alla turistificazione. Ovvero alla perdita di identità di determinati luoghi colonizzati da chi può acquistare alloggi in quei luoghi e trasformarli in B&B con la conseguente espulsione di chi ci abita. Tutti punti sui quali Comune e Regione non procedono su binari paralleli.

«I Piani urbanistici - spiega Discepolo - sono lo strumento non il fine, con la nostra legge abbiamo messo al primo posto la semplificazione e la partecipazione. Si deve discutere e valutare tutti insieme ma poi il piano va attuato non deve essere sacralizzato, come è successo in passato, ciò che c’è su carta, ma tenere conto dei reali bisogni dei territori dentro una cornice di regole condivisa». La Lieto sta lavorando alla Variante regolatoria che sarà valida su tutto il territorio cittadino, ma già ha portato a casa la Variante orientale che ha dentro «uno dei più grandi progetti di trasformazione della città, parlo di “Porta est” che proprio la Regione ha promosso». Quanto all’urbanistica «da non sacralizzare» la vicesindaca rivendica i risultati ottenuti attraverso la partecipazione dei cittadini: «Penso all’Albergo dei Poveri, a Taverna del Ferro e Scampìa e tanti altri progetti che abbiamo messo a terra: la bussola sono i tempi e i fondi del Pnrr: noi per il 2026 avremo portato a casa molte cose». 

Discepolo e Lieto hanno discusso di queste tematiche all’Arciconfraternita dei Pellegrini nell’ambito di un convegno su questa materia: cioè valorizzare l’esistente per fondare la Napoli del futuro. Al tavolo il primicerio dell’Arcicofraternita dei Pellegrini Giovanni Cacace. Quindi il direttore del dipartimento di Architettura il docente Michelangelo Russo. Appunto Discepolo e la Lieto. Con loro il presidente della Commissione Urbanistica del Comune Massimo Pepe, il luogo amministrativo e politico dove è stato approvato il Documento strategico all’unanimità. E naturalmente gli imprenditori rappresentati dal presidente dell’Acen Angelo Lancellotti. Dovranno essere gli imprenditori a mettere mano alla recupero di grandi pezzi di città. La turistificazione che sta aggredendo il Centro storico non può «essere contrastati con gli strumenti di Regione e Comune - dicono all’unisono Lieto e Discepolo - il vero problema è la mancanza assoluta di una legislazione nazionale».

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Una vacatio che Discepolo rileva anche sulla rigenerazione urbana: «Sono stati depositati 15 disegni di legge sulla rigenerazione urbana ma nessuno è diventato legge. Molti non hanno capito che la rigenerazione urbana non è una questione dentro la quale Stato e Regione ci mettono soldi, ci mettono dentro invece regole e semplificazione almeno per quella che riguarda la Regione. La norma che propone la Regione facilita questi processi dentro dei paletti e forme di controllo dove nessuno potrà abusare delle possibile premialità. Che comunque non sarà possibile nel centro storico». La Lieto raccoglie la sfida di Discepolo cioè guardare al nuovo Puc nella scala dell’area metropolitana approfittando del fatto che Manfredi è sindaco di entrambi gli enti alle prese con i rispettivi strumenti urbanistici. «Anche qui mancano - conclude Lieto - strumenti nazionali, ma è chiaro che noi agiamo in quella direzione».