Fondi bloccati al Sud, al Tar il primo round De Luca contro Fitto

Nodo del contendere i 5,6 milioni (su 20 in totale) dei fondi Sviluppo e coesione mai distribuiti

Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca
di Adolfo Pappalardo
Martedì 30 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 31 Gennaio, 11:37
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Per la discussione davanti ai magistrati sui fondi Fsc se ne parlerà solo tra due mesi e mezzo mentre procede la mobilitazione contro l'Autonomia differenziata. È il doppio binario dello scontro ingaggiato dal governatore Vincenzo De Luca contro l'esecutivo di centrodestra. E contro il ministro della Coesione Raffaele Fitto, in particolare, sui fondi mai arrivati. 

Giusto una settimana fa la conferma di una denuncia di palazzo Santa Lucia contro il ministro. Nodo del contendere i 5,6 milioni (su 20 in totale) dei fondi Sviluppo e coesione mai distribuiti: una vicenda nata 18 mesi fa nelle ultime settimane del governo Draghi, ma che si è poi inasprita con il governo Meloni.

Senza uno sbocco, nonostante un faccia a faccia tra De Luca e Fitto a Roma a fine magigo scorso. Poi la diffida a fine dicembre e, allo scadere dei 30 giorni, l'esposto-denuncia contro il ministro pugliese al Tar Campania, alla Procura regionale della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Napoli.

E proprio davanti ai magistrati amministrativi assisteremo al primo round della sfida. È stata infatti fissata al 17 aprile la trattazione in camera di consiglio del ricorso per il blocco dei fondi. Qui la prima sezione del Tar Campania dovrà pronunciarsi sul ricorso ex articolo 117, cioè contro il «silenzio-inadempimento», contro il ministro Fitto «in ordine alla definizione e trattato dell'accordo per la coesione con la Regione Campania».

In attesa delle discussione va però avanti la mobilitazione lanciata sempre dall'ex sindaco di Salerno la settimana scorsa contro l'Autonomia differenziata dopo il primo ok al Senato. Una battaglia in cui il governatore ha chiesto l'aiuto da tutto il Mezzogiorno. In primis dai colleghi, anche di centrodestra, passando poi per il mondo delle professioni e quello degli amministratori pubblici. Un percorso di quattro tappe che dovrebbe culminare con una manifestazione a Napoli o Roma contro il ddl Calderoli. Per questo oggi pomeriggio a Santa Lucia si terrà una riunione organizzativa del primo incontro in cui la Regione chiamerà a raccolta tutti gli operatori culturali. Una sorta di Stati generali in un luogo pubblico, entro metà mese, in cui non solo elaborare una strategia comune ma anche sottoscrivere un documento. Poi sarà la volta degli imprenditori e dei sindaci dei comuni campani. Tutto quanto possibile, insomma, per organizzare una mobilitazione che parta dal Mezzogiorno.

Per queste ragioni partirà nelle prossime settimane una serie di iniziative, in primis «con gli amministratori per lo sblocco dei fondi Sviluppo e coesione che sta mettendo in grandissima difficoltà il Mezzogiorno. Poi col mondo della cultura e con il mondo delle imprese. Un anno e mezzo di ritardo significa che i cantieri partono tra tre anni. E poi faremo anche un'iniziativa sul tema della sburocratizzazione del Paese. È una cosa che si può fare senza toccare la Costituzione», ha spiegato l'altro giorno il governatore lanciando la campagna in cui si tengono assieme sia la battaglia per i fondi Coesione che l'Autonomia. Cercando di mettersi al fianco più alleati possibili. Pensando già ad affilare le prossime armi. «Riteniamo che ci sia materiale per presentare ricorso alla Corte costituzionale», ha già preannunciato proprio De Luca l'altro giorno.

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Scontro durissimo che, stavolta, vede sullo stesso fronte, dopo i veleni delle ultime settimane, De Luca ed il Pd, il suo partito. Con quest'ultimo che sta organizzando mille banchetti in tutta Italia per informare sugli «effetti deleteri» dell'Autonomia differenziata. In previsione di un possibile referendum se la legge verrà approvata in via definitiva. Anche se dal centrodestra si respingono le accuse. «De Luca ha dimostrato di essere capace soltanto di puntare il dito, di accusare gli altri per i fallimenti di cui è responsabile. Schema al quale il governatore nemmeno stavolta si è sottratto, attaccando il governo Meloni per aver varato l'Autonomia differenziata. La realtà è che finalmente gli amministratori locali saranno messi davanti alle loro responsabilità e dovranno dimostrare capacità di governo. Quello che spaventa davvero De Luca, che sa di non poter più nascondere i propri fallimenti dietro gli alibi», ha attaccato ieri la senatrice di Fdi Giovanna Petrenga.

Intanto la giunta regionale ha deliberato l'adesione alla manifestazione di interesse, nell'ambito del programma nazionale «Capacità per la Coesione 2021-2027», per la selezione e successiva assunzione a tempo indeterminato di 70 tecnici per l'attuazione dei programmi regionali finanziati con fondi per la coesione. 

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