Bagnoli, Manfredi: «Una piazza sulle ceneri di Città della Scienza»

«Il progetto di bonifica e di rigenerazione di Bagnoli ad oggi prevede la completa rimozione della colmata»

Il sindaco Gaetano Manfredi
Il sindaco Gaetano Manfredi​
di Luigi Roano
Martedì 30 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 31 Gennaio, 11:42
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«Fare quello che si può fare il più in fretta possibile altrimenti la disillusione che c'è sul futuro di Bagnoli crescerà sempre di più» racconta il sindaco Gaetano Manfredi leggendo la sua relazione sullo stato dell'arte dell'area ex Italsider. Siamo nella sala di via Verdi ed è di scena la seduta monotematica del Consiglio comunale sulle prospettive di quel pezzo pregiato di città e l'ex rettore in questa chiave fa un doppio annuncio. «Laddove sorgeva Città della scienza prima dell'incendio ci sarà la piazza a mare con annesso parco-vivaio, si tratta del primo pezzo del water-front e per quello che riguarda il Borgo di Coroglio moltissimi residenti non hanno intenzione di rimanerci e li ascolteremo per capire se possibile agire con gli espropri, vale a dire dare loro dei soldi per andare in un altro alloggio». Passa quasi sotto silenzio il doppio annuncio di Manfredi che invece è l'unica novità di giornata. Perché l'Aula è in fermento vuole capire che fine farà la colmata: si toglie o non si toglie? Ci sono i fondi per operare? «La questione sta tutta tra il rapporto costo benefici, non bisogna avere un approccio ideologico» dice il sindaco. Basta questa considerazione perché la sinistra e i comitati presenti fra i banchi del pubblico appesantiti da un trentennio di lotta ai fantasmi con il risultato che Bagnoli oggi è il vuoto pneumatico alzasse di nuovo le barricate come ai vecchi tempi. Ma procediamo con ordine. 

Cosa è la piazza a mare? È frutto della logica che Manfredi da commissario di Bagnoli dove ha pieni poteri ha applicato nell'area della ex Fabbrica del ferro.

Vale a dire gli usi temporanei di quei siti che non sono interessati al risanamento dei suoli, insomma prime tracce di rigenerazione urbana. «Dove non c'è necessità di bonifica - dice il sindaco - abbiamo la possibilità di fare subito quello che si può fare. Come i parcheggi e la piazza a mare, uno spazio nell'area ex Città delle Scienza, la parte incendiata, dove faremo presto una serie di interventi. Installeremo la piazza con un vivaio, sarà un parco in miniatura quale fotocopia del grande Parco incluse le essenze che pianteremo». Il Comune punta molto su questo nuovo sito posto sulla linea di costa dove si allestirà quella che è stata battezzata come la fabbrica del parco, un vivaio aperto al pubblico, nel quale far attecchire le piante e gli alberi che saranno poi messi a dimora nel parco. La progettazione è già pronta ed è altamente simbolico fare una piazza dove bruciò Città della Scienza. 

Sul Borgo di Coroglio sono state riviste - rispetto al piano originario - alcune scelte anche sull'antico Borgo di Coroglio anche qui tutto siamo nell'ambito del waterfront. Manfredi spiega di cosa si tratta: «Nel piano era previsto che coloro che vi abitavano andassero via dalle loro case, che ci fosse una ristrutturazione e in base a un meccanismo complicato gli abitanti potevano rientrare a patto di rimettere i soldi per la ristrutturazione della casa. Il tema è che c'è chi quei soldi non ce li ha o più semplicemente non ha voglia di rientrare nella vecchia abitazione. La nostra idea è di fare un esproprio, ovvero dare un bonus economico in modo che ciascuno può fare quello che vuole con i soldi e permettere di rientrare a chi lo vuole e si tratta di una larghissima minoranza. Ne stiamo discutendo con loro e c'è un tavolo aperto». 

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Ancora la piattaforma dei veleni è a frenare la rinascita di Bagnoli. Servono 650 milioni che il Governo a oggi non ha ancora deliberato. Manfredi ha preparato così il piano B da sottoporre al ministro Raffaele Fitto che dovrebbe convocare la Cabina di regia entro poche settimane. «Il progetto di bonifica e di rigenerazione di Bagnoli ad oggi prevede la completa rimozione della colmata, ma si stanno studiando e valutando anche possibilità alternative quali una rimozione parziale o il mantenimento della colmata sigillandola così da evitare ogni rischio ambientale» racconta Manfredi. «È una valutazione costi-benefici che va fatta insieme alla popolazione - dice l'ex rettore - per capire quale sia la cosa più conveniente da fare partendo dal presupposto che sul tema della sicurezza ambientale non bisogna fare compromessi e dunque, anche se eventualmente si decidesse di tenere la colmata dovrà essere sigillata, come è possibile farlo, in modo che non ci sia alcun rischio ambientale». Infatti Manfredi ha chiesto ai progettisti «anche una valutazione progettuale per un'eventuale rimozione parziale della colmata o per il suo mantenimento». 

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