Caivano, Antimafia tra i banchi: «Ragazzi, costruite il futuro»

Iniziativa per ricordare Giuseppe Salvia vicedirettore di Poggioreale ucciso nell’81

L'incontro con gli studenti di Caivano: da sinistra Troncone, Colosimo, Carfora, Salvia, Dispenza, de Core
L'incontro con gli studenti di Caivano: da sinistra Troncone, Colosimo, Carfora, Salvia, Dispenza, de Core
di Marco Di Caterino
Giovedì 18 Aprile 2024, 23:29 - Ultimo agg. 19 Aprile, 18:33
4 Minuti di Lettura

«È la seconda volta che sono qui a Caivano e vengo per mandare un segnale soprattutto agli studenti, il segnale che la figura di Giuseppe Salvia ci aiuta a raccontare, ovvero che fare il proprio dovere è necessario per combattere la criminalità organizzata».

Lo dice con il sorriso della fermezza, rispondendo alle domande degli alunni, la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo, intervenuta all’istituto Morano al Parco Verde per l’evento dedicato al vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso su ordine del boss Raffaele Cutolo l’11 aprile del 1981 a 37 anni perché da servitore dello Stato pretendeva il rispetto delle regole in quell’inferno che era il penitenziario che ora porta il suo nome.

L’intervento

L’annuncio della propria maternità e l’impegno a fare luce sulla morte di Paolo Borsellino da parte di Chiara Colosimo, e l’intervento di Claudio Salvia, figlio del vice direttore ucciso dalla camorra, oggi funzionario della prefettura di Napoli impegnato nella rifondazione dell’apparato amministrativo del Comune di Caivano, sono stati i momenti più intensi della manifestazione alla quale hanno preso parte anche Maria Antonietta Troncone, capo della Procura di Napoli Nord, il prefetto Filippo Dispenza, coordinatore della commissione straordinaria del Comune sciolto per infiltrazioni mafiose, Francesco de Core, direttore de Il Mattino, e Antonio Mattone, giornalista e scrittore, coautore del documentario «Le ultime parole del boss».

«Su Borsellino siamo tutti colpevoli visto che ancora non sappiamo la verità sulla sua morte.

Su questa cosa non indietreggerò, fosse l’ultima cosa che faccio», dice la Colosimo.

Il confronto

Nel suo saluto di apertura Eugenia Carfora, dirigente scolastica del «Morano», dice che «a Caivano non devi mai distrarti, e giornate come questa non sono di festa ma di riflessione, perché il percorso verso la legalità e la responsabilità è lungo e continuo. Il compito della scuola - aggiunge la Carfora - è dare ai nostri ragazzi tutti gli attrezzi necessari per farli uscire da scuola come persone che pensano con il proprio cervello, in grado di discernere il bene e i valori della legalità da ciò che è negativo».

Intenso e doloroso, l’intervento di Claudio Salvia, orfano a tre anni: «I primi quattro anni dopo la morte di mio padre sono stati terribili. Lo Stato fu completamente assente, tanto da togliere anche la pensione di reversibilità a mia madre; riuscimmo a sopravvivere solo perché mamma insegnava. Eppure sono cresciuto anche guardando in tv serie antimafia, in cui lo Stato c’era eccome. Credo che andrebbe fatta una serie anche su mio padre, che rappresenta un esempio positivo di servitore dello Stato».

«Chiedo scusa a Claudio e a tutte quelle persone che si sono sentite abbandonate dallo Stato», è la riflessione della Colosimo che parla anche delle carceri: «Sono migliorate e non potrebbero oggi più esserci, grazie al 41bis, situazioni di boss che comandano, come era per Cutolo. Ma sul sistema carceri va avviata una riflessione, specie per la norma che prevede che i figli dai zero ai tre anni delle donne incarcerate seguono le madri dietro le sbarre».

Il coraggio

Alla domanda di un’alunna su cosa sia il coraggio, il direttore de Core risponde: «Il coraggio è essere liberi. Un atto di libertà quotidiana nel rispetto delle regole». Poi rivolgendosi alla studentessa chiede: «Era coraggioso Giancarlo Siani? Era coraggioso don Peppe Diana? Erano coraggiose le altre vittime innocenti di mafia e camorra? Erano tutti uomini che senza clamori compivano atti di libertà senza compromessi e senza voltare la faccia da un’altra parte».

Video

Mentre Maria Antonietta Troncone interviene sulla questione degli sgomberi al Parco Verde: «Sugli appartamenti occupati illecitamente è al lavoro la cabina di regia che dovrà valutare le singole posizioni; solo dopo partiranno gli sgomberi degli occupanti la cui situazione non è in alcun modo regolarizzabile. L’obiettivo prioritario è ripristinare la legalità e condizioni normali di vivibilità in un territorio martoriato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA