Scampia, in aula nuove accuse all'amico d'infanzia di Geolier: «Regge una piazza di spaccio»

Il caso di Crescenzo Marino

Geolier a Napoli
Geolier a Napoli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Sabato 17 Febbraio 2024, 10:13 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 10:26
3 Minuti di Lettura

Hanno depositato le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, per poi inasprire le accuse nei confronti di uno degli imputati. È la mossa della Dda, nel corso dell'udienza che si è celebrata lo scorso 14 febbraio dinanzi a una sezione del Tribunale di Napoli, che aggrava non poco la posizione di Crescenzo Marino, figlio di Gennaro Marino (quest'ultimo detenuto al carcere duro). In sintesi, Crescenzo Marino (detto Crescenzino) ora dovrà difendersi dall'accusa di essere stato - sin da giovanissimo - capo e promotore di un'organizzazione mafiosa dedita al controllo dello spaccio nella zona delle cosiddette Case celesti.

Una mossa firmata dal pm anticamorra Lucio Giugliano (titolare delle indagini sugli scissionisti assieme al collega Maurizio De Marco), in un processo in cui fino a qualche giorno fa Crescenzo Marino era indicato come soldato semplice, presunto affiliato nella catena dello spaccio di droga. Parliamo di un personaggio diventato noto, anche all'esterno delle aule di giustizia, per la storica amicizia che lo lega a Emanuele Palumbo, cantante conosciuto con il nome d'arte Geolier. Un'amicizia, quella tra Marino jr e lo stesso artista di Secondigliano più volte rivendicata anche dallo stesso Geolier, attraverso contributi video postati sui social, con migliaia di visualizzazioni. Ora arrivano le nuove accuse nei confronti di Crescenzo Marino, in una vicenda che va raccontata da una premessa: Emanuele Palumbo non ha alcun legame con camorra, narcos o con bande di trafficanti di droga, al netto della sua storica amicizia con lo stesso Marino jr (che il cantante ha definito come «un fratello detenuto da innocente»).

Video

Intanto, però, conviene soffermarsi sul processo che si sta celebrando dinanzi alla quarta sezione, collegio A, del Tribunale di Napoli. Difeso dal penalista napoletano Luigi Senese, Marino ha assistito pochi giorni fa al deposito delle nuove accuse da parte della Dda di Napoli.

Si dice innocente, estraneo alle ipotesi dei pm, finanche vittima di un pregiudizio per il cognome pesante e famigerato. Spiega di aver fatto sempre il calciatore professionista e di aver frequentato nella sua vita atleti e artisti. Lo scorso ottobre non passò inosservato il deposito della lista testi di Marino dinanzi ai giudici del dibattimento. Una lista di testimoni a difesa di Marino, tra i quali figurava anche il nome di Emanuele Palumbo, indicato come «cantante» che poteva essere ascoltato in quanto «assiduo frequentatore di Marino nel periodo in contestazione».

Una citazione solo abbozzata, immediatamente revocata dagli stessi difensori di Marino, perché ritenuta in un secondo momento irrilevante. Ma torniamo all'ultima udienza, quella dello scorso 14 febbraio. Ad aggravare la posizione di Crescenzo Marino, ci sono le accuse firmate dal boss pentito Pasquale Cristiano, conosciuto come Pikstik, per anni indicato come come boss delle palazzine popolari costruite con i fondi della 167 ad Arzano. Accanto a Cristiano, anche il pentito Salvatore Roselli, sempre a proposito di traffici di droga e soldi facili, costruiti in quella sorta di miniera d'oro del crimine tra le case celesti di Scampia. Uno scenario che ora attende la nuova mossa della difesa: Marino potrebbe scegliere di farsi processare con il rito abbreviato, oppure andare avanti con il rito ordinario, citando come testimoni - tra gli altri - calciatori e artisti con cui ha vissuto la propria gioventù a Secondigliano e sui campi di calcio calcati da professionista.

© RIPRODUZIONE RISERVATA