Fiorella Mannoia testimonial
per l'ex Canapificio di Caserta

Fiorella Mannoia testimonial per l'ex Canapificio di Caserta
Martedì 8 Ottobre 2019, 18:45 - Ultimo agg. 19:52
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Fiorella Mannoia, poco prima del concerto che ieri ha riempito il Teatro Augusteo di Napoli, incontra gli attivisti del Centro Sociale Ex Canapificio, gli operatori e i beneficiari del progetto Sprar di Caserta e, in una lunga diretta Instagram, lancia un accorato appello alle istituzioni affinché non si lasci morire l’esperienza di inclusione e solidarietà agli ultimi, che rende Caserta modello nazionale.

L’appello della Mannoia, si legge in una nota, «arriva nel giorno in cui la rete associativa del Centro Sociale Ex Canapificio, già vessata da 6 mesi per la mancanza di una sede e per l’immotivato taglio dei fondi al progetto di accoglienza Sprar, è costretta per la prima volta dopo 24 anni a sospendere lo sportello di assistenza legale e burocratica per i migranti. Lo sportello legale, che si tiene ogni mercoledì pomeriggio dal 1995, ha assistito in questi anni più di 15.000 persone. Ogni mercoledì pomeriggio, si sono aperti gli uffici per il permesso di soggiorno, per fare richiesta di protezione internazionale, di ricongiungimento familiare, di vertenzecontro lo sfruttamento lavorativo. Domani pomeriggio, 9 ottobre, lo sportello per la prima volta, non si farà. Il Movimento dei Migranti e Rifugiati di Caserta e l’intera rete associativa del Centro Sociale Ex Canapificio si riunirà comunque, dalle ore 15, come di consueto, in piazza Vanvitelli e con l’aiuto della rete Scout cittadina, verrà montata una maxi tenda, simbolo di quel che resta oggi ad un movimento che lotta per i diritti di tutti, nessuno escluso».

Fiorella Mannoia, nel suo accorato appello, racconta le storie di inclusione di Abraham, Kane e Koulibaly che ieri le hanno portato dei doni e l’hanno invitata a Caserta per una iniziativa di solidarietà. Racconta del Piedibus, della gestione degli spazi verdi, del modello sociale che stiamo costruendo e si appella alle Istituzioni affinché riaprano il Centro Sociale, trovino spazi alternativi e sblocchino i fondi di accoglienza Sprar del 2018 e del 2019 che spettano al progetto e che hanno messo in ginocchio 200 persone accolte, 40 lavoratori e circa 30 aziende fornitrici di beni e servizi.

 
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