È di tre misure cautelari in carcere e sei agli arresti domiciliari il bilancio dell'operazione eseguita dalla guardia di finanza che, ieri a Caserta, ha disarticolato un'organizzazione criminale dedita alle frodi fiscali ai danni dell'erario. Nella cricca c'erano imprenditori e commercialisti. Ma ne faceva parte anche un militare della guardia di finanza, da qualche mese in pensione, il 58enne Luigi Cestrone, di San Prisco, fino a qualche mese fa in servizio al comando delle fiamme gialle di Marcianise. L'ex finanziere è finito in carcere su ordine del gip del tribunale di Napoli insieme al commercialista C. S. e al ragioniere fiscalista Antonio Corace (49 anni), entrambi napoletani. I domiciliari sono stati invece disposti per gli altri commercialisti indagati, ovvero D. S., M. Z., l'argentino Fabian Alejandro Rascio (51 anni), e per gli imprenditori napoletani S. M., Giuseppe Dello Iacono (75 anni) e Raffaele Perrino (57 anni), di Santa Maria Capua Vetere.
Nel corso delle operazioni si è anche proceduto al sequestro di beni e somme riconducibili agli indagati per 20 milioni di euro, corrispondenti al valore della presunta evasione.
Carte alla mano, i finanzieri hanno poi portato alla luce quello che, secondo i pm partenopei, è un sistema di frode al fisco che si basava sull'emissione e l'annotazione di fatture emesse per operazioni inesistenti, ma anche sull'utilizzo dello schema ormai nodo come delle «frodi carosello», ovvero, lo sfruttamento del sistema del «reverse charge» attraverso l'impiego di società fittizie, in gergo definite «ditte cartiere», interposte all'interno di un'operazione commerciale. Si tratta di società esistenti solo sulla carta, che non hanno struttura organizzativa né produttiva e che spesso non hanno neanche una sede, men che meno dipendenti, dal momento che il cui unico utilizzo è far sorgere un diritto (in realtà inesistente) a detrarre l'Iva sugli acquisti e far ricadere, invece, l'onere tributario su se stesse, che ovviamente non versano il dovuto all'erario. Gli accertamenti hanno portato alla luce anche il ricorso a indebite compensazioni di imposta attraverso l'utilizzo di crediti in realtà inesistenti.