Gara di solidarietà per far rinascere
la fabbrica bruciata: un caffé per ripartire

Gara di solidarietà per far rinascere la fabbrica bruciata: un caffé per ripartire
di Aniello Renga
Giovedì 5 Agosto 2021, 08:30 - Ultimo agg. 20:29
3 Minuti di Lettura

«Un Caffè per ripartire» è il titolo dato alla raccolta fondi lanciata dai dipendenti della Cida Srl e che in quattro giorni ha già raccolto quasi 25 mila euro. Era il pomeriggio del 26 luglio scorso, quando un'immensa colonna di fumo nero si elevava dallo stabilimento della Cida; sotto al fungo che si estendeva per chilometri sul cielo del sud est casertano fino ad oscurare il sole, le fiamme hanno distrutto ogni cosa. «Stavamo effettuando normalmente il turno serale - ricorda con voce ancora tremante Fabio Cirillo, uno dei primi operai a lanciare l'allarme - quando un collega è venuto di corsa ad avvisarmi che era scoppiato un incendio all'esterno dell'azienda. Mi sono munito di estintore e sono corso sul posto; ma non ho potuto fare altro che raccogliere i pochi operai presenti al turno ed evacuare lo stabilimento, lanciando subito l'allarme ai vigili del fuoco».

Il resto è la cronaca di un disastro che ha reso cenere l'impianto di torrefazione conto terzi tra i più importanti del Mezzogiorno. «In quel momento - continua Cirillo - ricordo tanta rabbia, perché con i miei colleghi ci siamo sentiti fin da subito impotenti davanti alla catastrofe che ci trovavamo di fronte; ma soprattutto perché non eravamo una semplice azienda.

Eravamo una famiglia». E proprio come una famiglia, in un abbraccio collettivo tra operai, impiegati e i titolari, oggi si pensa solo alla necessità di ripartire. La raccolta fondi, nata proprio da un'idea dei lavoratori, è diventata ben presto vera e propria corsa di solidarietà, andata oltre ogni immaginazione; è stata promossa e sponsorizzata non solo dalle famiglie dei dipendenti, ma anche dalle aziende fornitrici fino ad arrivare ai competitor, che sin dalle prime ora hanno dato sostegno e collaborazione per la ripartenza.

Video

Tra le tante donazioni la più cospicua arriva da Faouzi Ghoulam, il calciatore del Napoli, sempre in prima fila pe rla solidarietà. La squadra del Napoli Femminile dai propri social ha promosso la campagna di sensibilizzazione. «L'attenzione che la campagna sta avendo - spiega la dipendente Sara Tissi - ci sta dando la spinta per ripartire. Abbiamo visto in fiamme sogni, aspettative, sacrifici non di 50 famiglie, ma di una sola grande famiglia, perché la Cida era un modello nuovo di impresa». Non una mensa aziendale, ma una cucina a piano, dove preparare insieme il cibo; tavoli, divani e tv; due palestre, una nel piano produzione, l'altra nei pressi degli uffici amministrativi, per allenare e consolidare nel tempo libero le amicizie tra colleghi; tavoli da biliardo o ping pong e calcio balilla per vivere insieme qualche momento di spensieratezza; area garden, spazi con giostrine e scivoli per i bambini, come nelle migliori esperienze nordeuropee. «Marco Di Maggio e Daniele De Simone - scrive Stefano Antonelli, responsabile della comunicazione - ci hanno insegnato a restare uniti sempre e comunque. I sogni vanno difesi e meritano un posto speciale nella vita di tutti. Fa male però sapere che in molti, anche i media, erano preoccupati solo all'aspetto ambientale e dell'inquinamento, dimenticandosi di evidenziare che in poche ore è saltata un'azienda in salute, ultratecnologica, fiore all'occhiello nel settore della torrefazione, e soprattutto che dava lavoro a oltre 50 famiglie».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA