I volontari salvano la chiesa: finiscono sotto indagine, saranno incriminati

Il Carmine restituito al culto ma i lavori fatti senza permesso saranno perseguiti

I volontari salvano la chiesa: finiscono sotto indagine, saranno incriminati
I volontari salvano la chiesa: finiscono sotto indagine, saranno incriminati
di Nicola Rosselli
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 07:53
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Rischio incriminazione per i volontari che sono riusciti a richiamare l'attenzione sul complesso del Carmine dell'opinione pubblica e, soprattutto della diocesi e del provveditorato alle opere pubbliche che avevano dimenticato quel bene, pur trattandosi di una chiesa che fino al terremoto del 1980 era in perfetta efficienza. I volontari, che hanno pubblicato sui social la loro opera di bonifica, fino ad attirare l'attenzione dell'autorità giudiziaria - che ha poi ordinato il sequestro del complesso del Carmine - sono ingegneri, architetti e poliziotti.

A donare loro pubblicamente il materiale per consentire la riapertura al culto sono stati preti e, addirittura, un ex sindaco della città. Certamente sono stati poco avveduti, essendosi imbarcati nell'impresa senza chiedere i necessari permessi.

Quasi certamente lo hanno fatto sull'onda ottimistica di quanto accaduto per la chiesa di San Domenico, portata a nuova vita proprio grazie allo stesso gruppo di persone.

Ora, nel verbale di consegna del bene tra i carabinieri della locale stazione e la Diocesi di Aversa, nella persona del delegato ai beni artistici ecclesiastici monsignor Ernesto Rascato, si legge: «Pertanto, per quanto accertato dai tecnici intervenuti e appurato lo stato di degrado complessivo e il pericolo di crollo, nonché l'accertata presenza di materiale edile e vari attrezzi da lavoro riconducibili alla posa in opera di lavori di rifacimento interno della struttura di recente fattura, posti in essere da soggetti da identificare, privi di qualsiasi titolo autorizzativo su beni vincolati, i verbalizzanti procedevano al sequestro dell'intera struttura apponendo i sigilli alle due entrate principali, riapponendo nuovi lucchetti alle entrate dalla struttura, forniti dall'Ufficio tecnico del Comune di Aversa e affidando in custodia la struttura alla Diocesi di Aversa nella persona di monsignore Rascato Ernesto, consegnandogli le relative chiavi».

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Insomma, si intuisce che i carabinieri di Aversa dovranno identificare (incombenza tutt'altro che impossibile) i volontari per l'incriminazione ufficiale. Ma in città e sui social si moltiplicano le prese di posizione degli aversani a favore di queste persone che «hanno inteso solo mettere in atto il proprio senso civico dedicando tempo e denaro a un'azione che porta vantaggi solo alla collettività» come afferma Marco, architetto quarantenne.

Più dure le dichiarazioni di Antonio, pensionato ottantasettenne: «Fino e quando i volontari non hanno imbracciato pale e cazzuole nessuno si interessava del complesso del Carmine. La Diocesi, pur trattandosi di una chiesa che aveva gestito, non si è mai lamentata. Ora tutti bravi a darla addosso ai malcapitati volontari che dovranno anche essere sottoposti a indagini. Al di là dell'essere riusciti o meno a recuperare il Carmine con la loro forza, questi nostri concittadini hanno avuto il merito di svegliare chi di dovere dalla propria inerzia, colpevole o incolpevole che sia».

Nello stesso verbale dei carabinieri si legge: «L'immobile versa in uno stato di degrado complessivo, con un quadro fessurativo capillare, dovuto al persistente stato di abbandono e alla mancanza di opere di manutenzione nel corso degli anni. Si sono riscontrate, inoltre, opere edili di recente fattura, quali, realizzazioni d'intonaci nei locali adiacenti (ex sacrestia), con la predisposizione d'impianti elettrici realizzati sottotraccia, realizzazione di una tettoia in lamiera grecata autoportante al primo piano lato sinistro, fornitura e posa in opera di infissi in legno a chiusura di alcune bucature. Inoltre, si è potuto riscontrare la presenza di materiali da costruzione giacenti (sabbia, calce, intonaci, pittura), oltre attrezzature varie (molazza, quadretto elettrico, ponteggi e utensili portatili), anch'essi, come le lavorazioni eseguite, risultano di recente incantieramento». Un'attività che ha fatto rizelare molti.
 

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