Ennesimo pasticciaccio sulla richiesta della società Lisieux di realizzare una residenza per anziani in località Cappuccini. Mentre il sindaco Alfonso Golia, su richiesta del suo vice con delega all'Urbanistica Marco Villano, chiede al presidente del consiglio comunale Roberto Romano di inserire, addirittura con un ordine del giorno aggiuntivo, l'argomento tra quelli da discutere nel civico consesso in programma per oggi, alla vigilia della seduta, ieri, arriva il provvedimento del dirigente del settore che decide in merito. Una sorta di corto circuito politico amministrativo. Con questo provvedimento, il dirigente Raffaele Serpico «conferma la specifica destinazione di verde pubblico di quartiere tra quelle previste per le zone "G", per l'area riportata in catasto al foglio n.7, part. n.5438».
Una decisione che porterà, ovviamente, al sesto giudizio amministrativo della vicenda (i primi cinque hanno dato ragione alla società richiedente che fa capo alla famiglia dell'ex parlamentare Paolo Santulli, oggi capogruppo consiliare del Pd).
Un provvedimento che divide anche la maggioranza variopinta che regge le sorti della città normanna. Non a caso c'è chi tra gli alleati del sindaco Golia afferma senza mezzi termini: «La vicenda della Lisieux ha assunto questi contorni perché è coinvolto Paolo Santulli, se ci fosse stato il generico Paolo Rossi oggi avremmo già la Rsa. Tra l'altro, ad Aversa non abbiamo una residenza per anziani».
La vicenda risale oramai a 10 anni fa, al 2013, quando la Lisieux chiese di poter realizzare una residenza per anziani in località Cappuccini in zona classificata G. La risposta non arriva e la società si rivolge alla giustizia amministrativa che impone al comune di Aversa di rispondere e nomina un commissario ad acta. Per evitare l'insediamento del commissario, l'amministrazione de Cristofaro convoca una seduta di consiglio comunale di domenica e classifica tutte le zone G a verde pubblico.
Parte l'ennesimo ricorso, l'appello e poi anche il giudizio di ottemperanza. La Lisieux chiede che il dirigente si pronunci concedendo il permesso a costruire, il comune ritiene che il Consiglio di Stato abbia confermato la scelta di destinare a verde il suolo che è della Lisieux.
Ed ecco che, in risposta alla sentenza del giudizio di ottemperanza, l'amministrazione Golia porta la vicenda nuovamente in consiglio comunale, ma solo per ribadire la scelta della destinazione a verde pubblico. Il giorno prima della seduta lo stesso dirigente che aveva sottoscritto la proposta di delibera da portare in consiglio comunale, decide di provvedere in prima persona e sottoscrive il provvedimento che, di fatto, taglia il consiglio.
Un testa coda che la dice lunga su una decisione che si pone in contrasto con il riconoscimento ad un altro proprietario di realizzare un edifico scolastico privato e a una chiesa evangelica di costruire un edificio destinato al culto nella stessa zona.