ROCCHETTA E CROCE «Qui è un inferno». Il sindaco Salvatore Geremia ha la voce affannata e stanca dopo un'intera giornata trascorsa a provare a salvare il suo paese. Da ieri mattina Rocchetta e Croce, minuscolo borgo di 447 anime a 460 metri di altezza nel Casertano, è avvolto dalle fiamme e sfollato. Dopo la devastazione sui monti Tifatini nelle scorse ore, il nuovo allarme piromani si è spostato proprio sul monte Maggiore, dove è arroccato il borgo. Qui secoli fa gli esuli dell'antica Cales vi si rifugiavano dagli attacchi dei Saraceni, ora invece dalla montagna si fugge. Stavolta, però, il nemico ha un'altra pelle: arriva alle spalle e distrugge bruciando. Così è avanzato ieri sulla cresta della collina abitata: dopo aver mandato in fumo tutto il patrimonio naturale circostante, il rogo di enormi proporzioni ha prima distrutto l'acquedotto lasciando il borgo senz'acqua.
Le fiamme sono poi arrivate a lambire alcune case: un'abitazione è andata completamente distrutta mentre i proprietari erano assenti, la strada Provinciale per Formicola è tuttora inaccessibile, il servizio idrico è interrotto in tutto il paese e la linea telefonica assente.
Mentre sono tuttora in corso le operazioni di spegnimento sui monti Tifatini con mezzi aerei antincendio, elicotteri e Canadair, ieri la Polizia di Caserta ha arrestato un terzo piromane responsabile dell'incendio che ancora spaventa il capoluogo. Tutto parte dalla provvidenziale e tempestiva segnalazione alla Polizia da parte di un cittadino: una Volante ha rintracciano un cittadino 71enne di origine rumena mentre alimentava il fuoco. L'uomo, già noto per un analogo rogo causato nell'estate 2017, è stato arrestato e condotto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.