Incendi, evacuata Rocchetta,
piromane arrestato a Caserta

Incendi, evacuata Rocchetta, piromane arrestato a Caserta
di Antonio Borrelli
Domenica 15 Agosto 2021, 09:40 - Ultimo agg. 17:41
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ROCCHETTA E CROCE «Qui è un inferno». Il sindaco Salvatore Geremia ha la voce affannata e stanca dopo un'intera giornata trascorsa a provare a salvare il suo paese. Da ieri mattina Rocchetta e Croce, minuscolo borgo di 447 anime a 460 metri di altezza nel Casertano, è avvolto dalle fiamme e sfollato. Dopo la devastazione sui monti Tifatini nelle scorse ore, il nuovo allarme piromani si è spostato proprio sul monte Maggiore, dove è arroccato il borgo. Qui secoli fa gli esuli dell'antica Cales vi si rifugiavano dagli attacchi dei Saraceni, ora invece dalla montagna si fugge. Stavolta, però, il nemico ha un'altra pelle: arriva alle spalle e distrugge bruciando. Così è avanzato ieri sulla cresta della collina abitata: dopo aver mandato in fumo tutto il patrimonio naturale circostante, il rogo di enormi proporzioni ha prima distrutto l'acquedotto lasciando il borgo senz'acqua.


Le fiamme sono poi arrivate a lambire alcune case: un'abitazione è andata completamente distrutta mentre i proprietari erano assenti, la strada Provinciale per Formicola è tuttora inaccessibile, il servizio idrico è interrotto in tutto il paese e la linea telefonica assente.

Il sindaco si mobilita per chiamare i soccorsi, mentre in paese c'è chi affacciato alla finestra osserva con angoscia la calamità imminente in arrivo. Ma i mezzi tardano ad arrivare. Così Geremia firma un'ordinanza urgente per evacuare il paese: in un sabato pre-Ferragostano, centinaia di persone - tra cui molti anziani - abbandonano le proprie case in fretta e furia percorrendo la Provinciale 194: il rifugio più sicuro è a Calvi Risorta, sei chilometri più a valle. «Hanno permesso di distruggere un paese e un patrimonio boschivo. Per ore abbiamo sollecitato le varie autorità a intervenire, il fuoco poteva essere affrontato e spento prima, a valle. Ormai è troppo tardi, non ci resta nulla da fare. Ci hanno lasciati soli». La porzione di borgo più a rischio è quella più antica e storicamente preziosa, di epoca alto medioevale, che risulta essere anche la più fragile - sia per l'età dei residenti che vi accoglie che per la sua tipica struttura urbana a spirale, composta da ripidi e stretti vicoli o scalinate verso la sommità. Così ieri percorrendo quelle antiche viuzze di età romanica illuminate dal fuoco, Rocchetta e Croce già appariva un paese fantasma - il terrore di chi da anni teme la desertificazione. Ma è tutto il Casertano a bruciare.

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Mentre sono tuttora in corso le operazioni di spegnimento sui monti Tifatini con mezzi aerei antincendio, elicotteri e Canadair, ieri la Polizia di Caserta ha arrestato un terzo piromane responsabile dell'incendio che ancora spaventa il capoluogo. Tutto parte dalla provvidenziale e tempestiva segnalazione alla Polizia da parte di un cittadino: una Volante ha rintracciano un cittadino 71enne di origine rumena mentre alimentava il fuoco. L'uomo, già noto per un analogo rogo causato nell'estate 2017, è stato arrestato e condotto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
 

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