«Le fedeltà invisibili», la violenza
di genere raccontata in ateneo

«Le fedeltà invisibili», focus sulla violenza di genere in ateneo
«Le fedeltà invisibili», focus sulla violenza di genere in ateneo
Mercoledì 15 Maggio 2019, 13:13
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Se la violenza fosse silente, fatta di piccole offese, svalutazioni della persona che si ha accanto fino al punto di ignorarla? E se toccasse anche la dignità della persona, tanto da provocare ricadute sull’autostima? E se le mura di casa non fossero più un nido dove potersi difendere, ma una gabbia da cui fuggire?
Di questo e di tanto altro si parlerà nella tavola rotonda «Le fedeltà invisibili» che si terrà domani, il 16 maggio, a Santa Maria Capua Vetere. Cardine dell’incontro, la «connessione» di informazioni fra Procura e Tribunale civile nel momento in cui c’è una notizia di reato che deve «slittare» poi nel procedimento civile, dove i giudici sono chiamati a decidere sulla sorte della ex coppia e dei figli. Certo è che la consapevolezza della vittima di comportamenti «violenti» segna il punto di non ritorno della donna che si ribella alle angherie (fisiche ma spesso anche comportamentali) fra le mura domestiche.
Il racconto della vittima, l’aspettativa di un freno che le forze dell’ordine devono garantire e, poi, le aule di tribunale in cui discutere di ciò che è accaduto: sono questi, invece, i tre nuclei intorno ai quali si cerca di porre un limite alla violenza di genere.
Il tema, o meglio, i tre temi saranno affrontati durante la tavola rotonda «Le fedeltà invisibili» (l’ispirazione del titolo è data da un libro di Delphine de Vigan) programmata nell’Aula Franciosi di Palazzo Melzi a Santa Maria alle ore 15 di giovedì. Un incontro che ha come simbolo l’artista e pittrice Artemisia Gentileschi, scelta come «madrina» ideale dell’evento dall’avvocato matrimonialista Rosa Marroncelli. Alla tavola rotonda interverranno il presidente della Prima sezione Civile del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Raffaele Sdino, il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Alessandro Milita, la psicologa Mafalda Golia e gli avvocati Rosa Marroncelli e Agnese Di Caprio dello studio Marroncelli & Partners che gestiscono anche uno sportello antiviolenza nel loro ufficio.
Con loro, la presidente della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Titti Improta e il questore di Caserta, Antonio Borrelli.


L’incontro sarà moderato dalla giornalista Marilù Musto.
La violenza, dunque, può essere anche silenziosa, fatta di piccoli atti che volti a svalutare la donna. La vittima si rivolge alla polizia o ai carabinieri dai quali non deve avere la restituzione di una svalutazione del proprio dolore: ogni racconto va consapevolmente considerato per offrire la certezza dell’intervento.
E la consulenza tecnica di ufficio che ruolo ha? Non deve essere accusatoria, ma in ogni caso deve fornire al magistrato gli strumenti per valutare sia provvedimenti di affidamento esclusivo sia la previsione di incontri protetti o assistiti. E poi, c’è l’informazione giornalistica che ha il compito di fare da «ponte» fra l’evento e la sua cronaca, limitando le informazioni che riguardano la vittima o i figli minorenni.
Il luogo in cui tutte le aspettative trovano confluenza è il tribunale, soprattutto la sede civile.
Perché il processo civile non è una semplice rivisitazione acritica del processo penale ed è per questo che si cercherà un metodo per «far interloquire» le due sfere processuali.
I saluti saranno rivolti dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Santa Maria, Adolfo Russo e dalla docente dell’Università Vanvitelli, Roberta Catalano. Saranno garantiti crediti formativi per l’Ordine degli avvocati e per l’Ordine dei Giornalisti.
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