Abusi a bambini durante la recita
di Natale, processo all'orco

Abusi a bambini durante la recita di Natale, processo all'orco
di Marilù Musto
Venerdì 1 Dicembre 2017, 08:49 - Ultimo agg. 11:47
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Il luogo dell'abuso è il piccolo bagno dell'ex macello di Aversa, ora diventato un centro culturale. Durante le prove per la recita natalizia del 2013, due bambini furono avvicinati da un ragazzo di 23 anni e toccati, violentati. Lui, il presunto orco, era lì con i piccoli di tre e quattro anni perché, all'epoca dei fatti, era il fidanzato di un'insegnante della scuola dell'Infanzia «Mini R. Club», un plesso gestito da privati a Gricignano di Aversa. Gli alunni si trovavano in quel luogo, spesso utilizzato per recite ed eventi, per provare un balletto poi andato in scena la settimana prima del Natale.
Ma solo nel febbraio del 2014 - dopo un periodo di osservazione dei bimbi da parte dei genitori e la rivelazione di una bambina, in particolare - scattò la denuncia ai carabinieri per violenza sessuale nei confronti del ragazzo. Il fascicolo finì nelle mani del pubblico ministero Claudia Maone che dispose, subito, il divieto di avvicinamento del ventitreenne ai luoghi frequentati dai piccoli.
Ieri, dopo quattro anni, il giudice Fabrizio Finamore del tribunale di Napoli nord ha rinviato a giudizio Silvestro D. S., oggi ventisettenne, residente a Parete; comparirà da imputato in tribunale il 12 gennaio, giorno della prima udienza fissata davanti ai magistrati della prima sezione penale, collegio C.

 

I quattro genitori dei bambini presunte vittime della violenza hanno chiesto di costituirsi parte civile. In aula saranno rappresentati dall'avvocato Antonio Carpino. Un tunnel nero quello in cui sono vissuti e sopravvissuti, per mesi, i due minori. Almeno fino ai primi timidi racconti, fino ai disegni rivelatori, ai comportamenti insoliti. Il pubblico ministero chiese e ottenne un incidente probatorio che si svolse il 22 maggio del 2014, un anno e più dopo gli episodi dei presunti abusi.
Una mossa utilizzata dalla Procura, retta da Francesco Greco, per «congelare» la prova attraverso le parole dei bambini. I minorenni, in due occasioni diverse, vennero accolti nella sala giochi degli uffici giudiziari e filmati. Dalle relazioni redatte dagli psicologi è partita la convinzione del giudice Finamore che ha rinviato a giudizio il ventisettenne.
«Pizzicotti», «schiaffetti» nelle parti intime e anche scene scabrose di lui che si sarebbe abbassato i pantaloni: tutto questo si sarebbe verificato nel bagnetto dell'ex macello di Aversa, ora Centro Caianiello, dove i minori erano stati portati dal fidanzato della maestra con la scusante di accompagnarli per bisogni fisiologici.
Gli indizi che conducono all'orco sono contenuti nella testimonianza dei minorenni, i quali avevano poi rivelato ai genitori: «Il fidanzato della maestra ci ha accarezzati». La prima dichiarazione ha aperto un varco per i genitori: da lì sono venuti a galla, con fatica, particolari importanti per le indagini.
Ora, Silvestro D. S. rischia una pena dai sette ai 14 anni di carcere. Ma per ora l'accusa si basa su ipotesi investigative. Nient'altro. L'imputato, difeso dal legale Valeria Spagnoli, ha dalla sua parte una serie di alibi che ha già presentato in sede di udienza preliminare. La scuola privata frequentata dai piccoli potrebbe anche decidere di costituirsi in giudizio come parte offesa. Intanto, i bambini, hanno cercato di questi anni di dimenticare. Se fosse mai possibile dimenticare una violenza subita.
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