Quarantamila chili di mozzarella sottratta in due anni dal laboratorio del caseificio dove lavoravano, per rivenderla su canali di commercio «clandestini» o paralleli dove piazzavano l'ottimo prodotto dell'azienda con sede nell'agro aversano. Un danno, quantificato in circa 500 mila euro dai consulenti del caseificio «Antica Casearia Fierro» - prestigiosa azienda con sede principale a Frignano e vari punti vendita in Campania - che si è costituita parte civile con il rappresentante legale al processo contro i tre dipendenti infedeli rinviati a giudizio davanti al giudice monocratico tribunale di Napoli Nord ad Aversa, per il processo che si aprirà il prossimo 25 maggio.
Sotto accusa, per appropriazione indebita si trovano tre quarantenni, rinviati a giudizio dal gip Donata Di Sarno su richiesta del sostituto Rossana Esposito della locale Procura della Repubblica. Si tratta di Francesco D.S. - ritenuto l'ideatore - e due donne, Antonietta F. e Anna C. Ad assistere l'amministratore dell'azienda Fierro, costituitasi parte civile, c'è il penalista Enzo Di Vaio, mentre difendono gli imputati, gli avvocati Caterina Torromacco e Mariangela Maietta. L'ammanco del cosiddetto «oro bianco» secondo le indagini condotte dalla polizia di Stato si sarebbe verificato in un periodo che va dal primo gennaio del 2019 fino alla scoperta, ovvero dicembre del 2020, quindi anche durante il periodo della pandemia.
L'«Antica Casearia Fierro» è uno dei caseifici che ha servito e serve a tutt'oggi anche tavole blasonate, non solo italiane ma anche inglesi, come Buckingham Palace. L'hanno assaggiata personaggi internazionali come Lady Diana, Tony Blair, Madonna, Berlusconi e in Inghilterra è stata scelta da alcuni noti chef e ristoranti prestigiosi o dai magazzini Harrod's. Il caseificio aversano della famiglia Fierro è impegnato da almeno quattro generazioni nella produzione di mozzarella di bufala Dop che viene esportata anche in altri paesi.