Parcheggio Reggia di Caserta
Cogein non molla: «Noi danneggiati»

Parcheggio Reggia di Caserta Cogein non molla: «Noi danneggiati»
di Antonio Pastore
Giovedì 1 Agosto 2019, 10:26
4 Minuti di Lettura
La butta lì di getto: «Va bene, allora manderò i camion carichi di terra per riempire il buco del parcheggio». Mario Pagano, mister Cogein, per quasi mezzo secolo re delle grandi opere made in Caserta (e non solo, ovviamente), scherza ma non nasconde l'irritazione. L'idea che con un tratto di penna i giudici della quarta sezione del Consiglio di Stato abbiano decretato la fine del mega parcheggio sotterraneo di piazza Carlo III («un'opera tra le più grandi d'Europa, certamente la più bella, apprezzata da turisti italiani e stranieri») è di quelle che fanno girare la testa.
Miliardi di lire gettati nell'impresa, un attaccamento alla città testimoniato (tra l'altro) dalla risistemazione di piazza Vanvitelli nel 1993 in completo abbandono, la disponibilità continua a soccorrere l'ente locale in bolletta.

 

E adesso?
Per i giudici del supremo organo amministrativo quell'opera è illegittima, costruita con l'assenso del Comune che non aveva però la proprietà del bene e senza alcun permesso di chi aveva invece tale titolo, ossia il Demanio. Pagano annuncia battaglia, con una strategia che si svilupperà su diversi piani. La filosofia è: noi parte terza e in buona fede, se c'è qualcuno che ha sbagliato paghi oppure dica come rimediare al pasticcio. Poi ci sono le carte e gli avvocati. «Impugneremo la sentenza di fronte alla Cassazione perché - spiega - a nostro avviso non era materia del Tribunale amministrativo regionale e quindi del Consiglio di Stato».
Ma non solo. Il procedimento, secondo la Cogein, è successivo all'attivazione dell'arbitrato con l'ente locale e quindi non ci poteva essere quella pronuncia dovendosi attendere la conclusione della trattativa. L'atout dell'assalto risarcitorio è appena accennato ma incombe sinistro sulle casse comunali (e su quelle private dei vari dirigenti). A fronte dell'attacco che muoveranno i legali romani di Cogein, i magistrati della Cassazione troveranno - almeno in parte - materia già nei provvedimenti dei due gradi di giustizia amministrativa.
«L'accesso al giudizio arbitrale è stato azionato - si legge ad esempio nella sentenza del CdS - in un momento successivo all'impugnazione dinanzi al G.A. con i primi motivi aggiunti della determinazione n.61463 di prot. del 31 luglio 2012 e quindi allorché l'interessata aveva già devoluto alla sede giurisdizionale la controversia». L'eccezione sarebbe stata valida, è il ragionamento, se il giudizio arbitrale fosse stato instaurato prima del giudizio amministrativo e la parte fosse stata «convenuta» (magari come controinteressata) invece di essere colei che ha avviato la procedura. Per quanto riguarda la competenza, il CdS si era già fatto forte della suprema Corte: «L'attore che abbia incardinato la causa dinanzi ad un giudice e sia rimasto soccombente nel merito - citano nel dispositivo - non è legittimato ad interporre appello contro la sentenza per denunciare il difetto di giurisdizione del giudice da lui prescelto». Il vero punto, però, per Pagano, è un altro.
«Ci sono una serie di atti a conferma della volontà di sottoscrivere una convenzione di adeguamento all'utilizzo del parcheggio», accusa. E cita una delibera della giunta comunale del 16 febbraio 2005 e un immediatamente successivo atto del Demanio. I due documenti riassumono anzitutto l'iter della vicenda. Partendo dalla concessione con cui il Demanio affidava, dal 1990 al 1996, l'area dei Campetti, ovvero piazza Carlo III all'ente locale, vietando pertanto qualsiasi modifica dei luoghi. Visto che, si legge nella delibera, «il Comune di Caserta ha realizzato un parcheggio sotterraneo nell'area della piazza Carlo III attualmente funzionante e in gestione a terzi» (sic!), si impegna a rinnovare la convenzione (così come chiedeva dal 2004 il Demanio) e a stipulare «una ulteriore convenzione per la esclusiva regolamentazione dell'utilizzo dell'area adibita a parcheggio sotterraneo».
Anche il Demanio, il 30 marzo del 2005, interviene sulla vicenda. Mettendo a fuoco però il progetto di sistemazione superficiale dell'intera piazza Carlo III a cui si dà il nulla osta, consentendo anche l'installazione di otto chioschi (avranno breve e sfortunata vita, ndr): «Dalla presente concessione si intendono esclusi gli utilizzi connessi al parcheggio realizzato nel sottosuolo della piazza per il quale occorrerà procedere alla stipula di apposito e distinto atto di regolarizzazione». Che non prenderà mai forma. La giunta aveva dato mandato al dirigente del settore (all'epoca Carmine Sorbo) di «proseguire l'azione amministrativa» ma tutto si ferma. E nessun sollecito arriva dal Demanio, che in teoria aspettava la proposta di concessione bis. Il sottosuolo e la superficie della piazza sono rimasti dello Stato fino al 14 settembre 2017, quando furono trasferiti gratuitamente nelle proprietà del Comune. Difficile ipotizzare una precedente «sdemanializzazione tacita» come vorrebbe Cogein. La storia è appena all'inizio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA