Rogo nel Foro Boario, le fiamme minacciano un impianto di gas

Le fiamme divampano nell'ex discarica

L'intervento dei vigili del fuoco
L'intervento dei vigili del fuoco
di Giuseppe Miretto
Mercoledì 6 Settembre 2023, 09:41 - Ultimo agg. 09:49
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Le fiamme divampano in un'ex discarica e minacciano il vicino impianto di sollevamento e distribuzione del gas metano. Sembrava il solito rogo di sterpaglie pomeridiano di fine estate. Invece, ieri pomeriggio, una masseria, il deposito per sversamento dei camion dei rifiuti, un distributore di benzina, una officina per autodemolizione, un parcheggio e persino la provinciale 335 sono state minacciate dalle fiamme.

Ed è scattato, ieri pomeriggio, un grande intervento per contenere un rogo minaccioso: 16 anni dopo la grande combustione dell'ex sito di trasferenza (oltre 4.500 tonnellate di rifiuti urbani stoccate per l'emergenza rifiuti), il fuoco è tornato all'ex Foro Boario. Il sito incontrollato, nel frattempo, è stato svuotato, ma le preoccupazioni restano.
Per contenere la violenza delle lingue di fuoco, alimentate dalla folta sterpaglia lungo le aree perimetrali, sono intervenute due autobotti dei Vigili del Fuoco, una della Protezione civile.

Poi la squadra del reparto regionale della Guardia Ambientale di Maddaloni, della Sma Campania.

A controllare la viabilità a rischio sono intervenuti la polizia municipale, i carabinieri e una pattuglia della protezione civile. Imposta una limitazione al traffico, a scopo preventivo, da e per Caserta Sud. È stato un incendio tecnicamente complicato: a contribuire alla diffusione delle fiamme sono stati i rifiuti, abbandonati lungo il ciglio della strada e le plastiche.
«È stato un momento di grande ansia iniziale - testimonia il sindaco Andrea De Filippo, che ha condotto personalmente l'ispezione sul sito - non per la violenza del rogo. Nulla di paragonabile alla devastazione che abbiamo avuto sulla collina di San Michele. Ma perché si è materializzato il pericolo per le condotte del metano. L'azione preventiva ha funzionato».

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A coordinare le operazioni di spegnimento da terra, è stato ancora Ciro Materazzo. Il funzionario del comune, addetto alle emergenze ambientali, ha creato un contatto costante con la sala operativa regionale della Protezione civile e attivato i soccorsi.
«È inutile fare congetture o ipotesi ardite - va al sodo De Filippo - è stato un chiaro atto doloso. Non sappiamo quanto sia stato voluto e chi ne sia stato l'artefice. Ma l'evidenza è inequivocabile: le fiamme si sono sviluppate a partire dall'ex statale 265. Hanno minacciato un capannone industriale adiacente e poi hanno velocemente divorato le sterpaglie perimetrali. Fortunatamente, l'interno del sito non è stato aggredito. C'è stato il tempo per contenere l'estensione delle fiamme verso i depositi di carburanti e gas».
Creata, dai soccorritori, una barriera tagliafuoco per impedire l'estensione verso l'interno e l'esterno dell'ex discarica. Eppure c'è inquietudine.

L'ex-Foro Boario ha richiamato fantasmi ancora non esorcizzati. Sebbene siano stati spesi circa 650mila euro e rimosse 4.500 tonnellate di rifiuti combusti, l'area per anni è rimasta accesa immettendo in atmosfera diossine e facendo scattare più volte l'allarme percolato.
Per questo, si è intervenuti, in forze e con un massiccio utilizzo di dispositivi di protezione individuali, per evitare che il fuoco intaccasse le matrici ambientali, sottoposte a risanamento, ma che per anni sono state a contatto con rifiuti combusti classificati come speciali. Si riaccende il dibattito sulla bonifica.
«Se per bonifica - spiega Giancarlo Liccardo, tecnico ambientale ed ex presidente della Consulta comunale sull'Ambiente - si intende solo rimuovere i rifiuti o inquinanti, allora l'ex Foro Boario è stato solo svuotato».
Insomma, per approdare allo status quo ante, secondo gli ambientalisti locali, bisognava non solo verificare la non contaminazione dei terreni di superficie ma soprattutto arrivare al pieno recupero delle matrici ambientali potenzialmente contaminate che vanno riportate alla normalità imposta dalle leggi. E questo al tavolo di concertazione finale con la Regione Campania, non c'è mai stato».
 

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