San Leucio, cena e disco ad alto volume
ma volano le proteste in the sky

San Leucio, cena e disco ad alto volume ma volano le proteste in the sky
di Nadia Verdile
Mercoledì 16 Giugno 2021, 08:27 - Ultimo agg. 21:13
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Dinner in the sky, la cena a cinquanta metri d'altezza, a Caserta è stata condita da dubbi e polemiche.

«Non violate la sacralità del Belvedere ha tuonato don Battista Marello, parroco della chiesa della Real colonia -, non mortificate con queste iniziative la memoria e il significato del luogo». Dinner in the Sky è un ristorante in franchising, disponibile in 70 paesi in tutto il mondo che mette insieme la cucina gourmet con i panorami più belli della città dove approda. Una piattaforma sospesa da terra, sostenuta da una gru alta 50 metri, su cui chef stellati preparano, in diretta, i loro menù gourmet, tra fiumi di vino e musica ad altissimo volume.

«Aver portato al Belvedere quella gru continua don Battista l'ho trovato quanto mai inappropriato.

Due i risvolti negativi dell'iniziativa. Il primo di carattere squisitamente sociale è che in un momento così difficile per il paese, per la nostra comunità, quell'ostensione di lusso e ricchezza è stata uno schiaffo alle persone che faticano a rimettersi in piedi; il secondo di carattere storico-artistico perché il danno che ne traggono gli stucchi dal bombardamento di decibel che c'è stato e che è solo il preludio di una serie di concertini che si ripeteranno quest'anno come da tanti anni, sarà irrimediabile.

Si formano microlesioni che ne tempo deteriorano irrimediabilmente il patrimonio artistico. Una scelta di cattivo gusto quel paniere appeso ad una gru che portava su non solo persone ma un'idea precisa di persone. La Real Colonia nasceva come luogo degli uguali, in quell'iniziativa niente ricordava l'uguaglianza. No, nessuna valorizzazione del sito, solo una violenta incursione nell'arte, nella bellezza, nella storia». Parte del sito Unesco della città, il Belvedere di San Leucio aspetta, da anni, di essere valorizzato mentre i giardini e ciò che resta delle scuderie languono in attesa di vita nuova annunciata da Palazzo Castropignano, come imminente, ormai da anni.

«L'unica cosa positiva dice Maria Rosaria Iacono, presidente di Italia Nostra, sezione Caserta, e consigliera nazionale è che questa iniziativa sia finita. Niente contro l'attività imprenditoriale, ognuno investe in ciò che crede, ma ho trovato la scelta del luogo inappropriata, molto invasiva, dequalificante per il sito Unesco che deve essere valorizzato per quello che è e non può diventare un luna-park. Decisamente di cattivo gusto, sbagliato far correre dei rischi al complesso monumentale che invece aspetta di essere trattato con grande delicatezza. All'inizio pensavo che fosse solo una trovata pubblicitaria, stentavo a crederci perché è uno schiaffo all'articolo 9 della Costituzione. Qual è il messaggio culturale dell'iniziativa? Mi chiedo come la soprintendenza abbia potuto autorizzare questa iniziativa». Così, mentre insieme alle altre Città Creative Unesco, Carrara promuove un momento di confronto per fornire un contributo al dibattito per la rinascita dei centri storici post-pandemia mettendo al centro l'artista e lartigiano come motori di sviluppo sostenibile e custodi delle identità locali, Caserta sostiene nel suo bene Unesco Dinner in the sky. 

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«Non abbiamo emesso spiega l'architetto Gennaro Leva, responsabile per Caserta dell'ufficio tecnico della Soprintendenza di Caserta nessuna autorizzazione. Avemmo un unico contatto, verbale, con gli organizzatori che ci chiesero di fare questa iniziativa negli spazi antistanti Palazzo Reale. Spiegammo che la proposta era irricevibile. Poi non abbiamo avuto nessun altro contatto. Quella in cui è stata effettuata questa iniziativa è un'area vincolata e noi non abbiamo rilasciato alcuna autorizzazione. Apprendo da lei la notizia». Così, il paniere, come lo definisce don Battista Marello, appeso sul Cortile Ferdinando è rimasto lì, accolto e sponsorizzato dal Comune di Caserta, senza alcuna autorizzazione della Soprintendenza. 

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