Sandokan pentito, Casal di Principe si scopre più libera: «Il miracolo di don Diana»

La notizia del pentimento si diffonde di vicolo in vicolo: «È come se si fosse conclusa un'era»

L'ultimo rilievo fotografico di Francesco Schiavone
L'ultimo rilievo fotografico di Francesco Schiavone
di Tina Cioffo
Sabato 30 Marzo 2024, 08:10 - Ultimo agg. 31 Marzo, 09:59
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La notizia si è diffusa velocemente, rimbalzata di chat in chat prima ancora che le vie del paese prendessero vita. Increduli, sorpresi ed infine soddisfatti, è così che i casalesi hanno accolto l'inizio della collaborazione con la giustizia di Francesco Schiavone alias Sandokan, dopo essere stato il capo indiscusso del clan dei Casalesi e dopo aver trascorso gli ultimi 26 anni in carcere. È stato, per tutta la mattinata, un rincorrersi di commenti ma anche di domande per tentare di capire se l'informazione fosse attendibile o se fosse solo uno scherzo. «Tutto vero», hanno detto i primi avventori dei bar in piazza Villa e in piazza Mercato, le due e principali del paese. «È venerdì santo, sarà una Pasqua di vera resurrezione», il commento di una donna sull'uscio di una panetteria lungo Corso Umberto I. «È il miracolo di don Peppe Diana», di rimando un uomo e sua moglie con in mano le buste della spesa piene di uova di cioccolato per i loro nipoti. «Se ripensiamo agli anni del terrore che abbiamo vissuto con i morti ammazzati per strada per colpa dei camorristi, ora siamo felici che i nostri nipoti possano sperare di vivere normalmente», hanno continuato tenendosi per mano. E chi immaginava che Casal di Principe avrebbe avuto una reazione di indifferenza o peggio di chiusura, si sbagliava. La giornata, al di là del clamore creato dai tanti giornalisti arrivati in paese per realizzare servizi e interviste, è scivolata liscia. Come se nulla fosse realmente accaduto, i bambini hanno continuato a giocare e fuori ai bar i ragazzi parlavano del più e del meno. Certo, la gente è sbigottita ma non è intimorita. La notizia del pentimento di Schiavone è arrivata a distanza di pochi giorni dalle tante manifestazioni cittadine in ricordo del parroco ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994, quando sindaco era Renato Natale, lo stesso di oggi. 

Il sindaco 

«È come se si fosse conclusa un'era e sono contento ma - ha sottolineato Natale - ora spero che si possa davvero far luce su un periodo oscuro della nostra storia. La collaborazione di Francesco Schiavone, deve aiutarci anche ad illuminare quegli angoli nascosti che potrebbero rappresentare un pericolo in agguato per il futuro della mia gente». «Dovrà anche parlare dei rifiuti interrati e di tutti quei legami che la camorra ha avuto con la politica locale e nazionale e grazie ai quali ha continuato a proliferare», ha aggiunto il sindaco che nel '94 venne sfiduciato dalla sua stessa amministrazione per volere del clan dei Casalesi ed in particolare proprio di Schiavone-Sandokan. Il riscatto del popolo è partito da diversi anni ma il pentimento dell'ex capoclan è come se avesse messo un sugello. «Dovrebbe prima di tutto chiedere scusa specie ai mille imprenditori che per paura hanno deciso di pagare il racket o di lasciare il paese pur di non denunciare. Il coraggio a loro è mancato per colpa della violenza di quest'uomo e dei suoi affiliati», ha rincarato Augusto di Meo, testimone oculare dell'omicidio di don Giuseppe Diana. Con Di Meo anche Marisa Diana, sorella del prete. «Mi auguro - ha confessato - che la sua collaborazione possa davvero aiutare a far giustizia, specie per i tanti i familiari di vittime innocenti che ancora aspettano di sapere perché e chi ha ucciso i loro cari». «Nei primi anni 80 a Casal di Principe scorreva letteralmente il sangue per strada, oggi Casal di Principe è una città profondamente rinnovata soprattutto nell'animo dei cittadini che, comunque vada, non intendono più rivivere l'orrore di quegli anni», il ricordo di Pasquale Corvino della Nco, acronimo di Nuova Cucina Organizzata che ha sede in un bene confiscato al clan dei Casalesi. «È la conferma di quanto abbiamo sempre detto e per quanto ci siamo sempre battuti: la camorra può essere sconfitta e anche i camorristi possono essere vinti», ha detto Salvatore Cuoci coordinatore del Comitato intitolato al prete casalese. Per Gianluca Natale, presidente di CasaleLab, «la collaborazione di Schiavone è importante soprattutto per noi giovani che riacquistiamo fiducia e continuiamo ad essere sentinelle del nostro futuro che non è più buio». Per il referente di Libera Campania, Mariano di Palma che il 19 marzo scorso ha marciato per le vie di Casal di Principe: «Lo strumento del pentimento, quando reale, è un fatto assai importante, soprattutto ai fini giudiziari e di contrasto alla camorra, perché è grazie ai pentiti che possiamo scoprire fatti che altrimenti non sarebbero mai venuti a galla». 

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