Sisma, per 30 anni coscienze scosse da "Terrae Motus"

Riflettori sulla collezione d'arte donata alla Reggia da Amelio

"Terrae Motus"
"Terrae Motus"
di Lidia Luberto
Giovedì 23 Novembre 2023, 09:55
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Quell'appello disperato, quel "Fate presto" del titolo del Mattino, che il genio di Andy Warhol trasformò in opera d'arte facendolo riecheggiare a livello planetario e che è il simbolo stesso della collezione "Terrae Motus", oggi sarà, con le altre opere della raccolta, al centro di una nuova iniziativa organizzata dalla Reggia in ricordo del terremoto del 1980. Alle 20, nella Sala degli Incontri d'arte, si terrà, infatti, una serata dedicata a Lucio Amelio per i 30 anni dalla donazione di "Terrae Motus" alla Reggia di Caserta. Tomas Arana e Nino Longobardi saranno ospiti del direttore Tiziana Maffei per un dialogo sul gallerista napoletano e la grande avventura di "Terrae Motus".

Dal pomeriggio, invece, verrà aperta una nuova sala dedicata a Lucio Amelio, situata nelle immediate vicinanze dell'opera iconica "Fate presto", che accoglierà una proiezione video permanente tratta dal documentario realizzato da Mario Franco per la prima esposizione della collezione alla Reggia.

In attesa che, nel 2024, lo stesso spazio venga completamente allestito con ulteriori approfondimenti dedicati alla storia e al rapporto tra Amelio e gli artisti da lui scelti.

Nato per non dimenticare, per raccontare il dramma, l'angoscia, la paura, la disperazione di una terra devastata e sventrata, il progetto artistico "Terrae Motus" fu avviato dal gallerista all'indomani del tragico evento. Rispondere con la forza creativa dell'arte al potere distruttivo della natura: fu questo l'obiettivo che spinse Lucio Amelio a raccogliere intorno a sé e al suo progetto i massimi esponenti dell'arte contemporanea.

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Fu così che 66 artisti fra i massimi esponenti dell'arte contemporanea degli anni Ottanta, da Joseph Beuys a Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino e Jannis Kounellis, arrivarono a Napoli da ogni parte del mondo per contribuire, con una risposta work in progress, a superare l'evento catastrofico, attraverso la realizzazione di un'opera, e avviando, così, una riflessione sul contributo che l'arte può dare persino nella tragedia.

Costituita da più di 70 pezzi, la collezione è stata esposta in diverse mostre temporanee - nella Villa Campolieto di Portici, all'Institute of Contemporary Art di Boston, al Grand Palais di Parigi - prima di essere donata con legato testamentario alla Reggia, dove fu esposta per la prima volta l'anno dopo. Dunque, quella di oggi sarà anche l'occasione, per il museo, di rendere omaggio al gallerista che scelse la Reggia per ospitare la sua collezione e a cui presto verrà dedicata una sala negli appartamenti reali.

Altro appuntamento alla Reggia è in programma per sabato, quando sarà inaugurata la mostra "Le pietre e la Reggia: da Apricena a Caserta", a cura dell'amministrazione comunale di Apricena. Aperta fino al 3 marzo 2024 negli spazi della Castelluccia, la mostra si inserisce nell'ambito delle iniziative delle Celebrazioni vanvitelliane, nell'ottica della valorizzazione del patrimonio delle cave di marmo di cui il maestro Luigi Vanvitelli si servì per la costruzione del suo capolavoro.
«Il progetto espositivo - si legge nella nota di presentazione - ha l'intento di spaziare nelle influenze contemporanee per intercettare le mani sapienti di artisti e architetti che hanno saputo dare lustro alla Madrepietra di Apricena». La mostra si articola, infatti, in due sezioni. La prima, dedicata al Museo Madrepietra "Sculture in corso", a cura di Tiziana Di Sipio, espone i bozzetti originali dei maestri Giuliano Vangi, Ugo La Pietra, Cristian Biasci e Francesco Granito. La seconda sezione, intitolata "Dissonanza/Sculture di Francesco Granito", a cura di Gigliola Fania, è una significativa selezione di opere di Granito, scultore originario di Apricena.

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