Softlab, rabbia dei lavoratori in corteo: «Noi abbandonati, assicurare il futuro»

In duecento lungo le strade del centro per chiedere la proroga della Cig

Softlab, rabbia dei lavoratori in corteo
Softlab, rabbia dei lavoratori in corteo
di Mariamichela Formisano
Sabato 16 Marzo 2024, 09:16 - Ultimo agg. 19:35
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Erano almeno duecento i lavoratori della Softlab che ieri mattina, in corteo, hanno attraversato partendo dalla stazione ferroviaria le strade del centro per raggiungere la prefettura e affidare al Capo di Gabinetto Florinda Bevilacqua due richieste non più rinviabili: interloquire con l'Inps affinché sblocchi la proroga della cig per sei mesi non ancora concessa dal Ministero del Lavoro per via di alcune verifiche, e compulsare le istituzioni del territorio affinché trovino alternative imprenditoriali a Softlab.

Un incontro al quale hanno partecipato i segretari provinciali Ciro Pistone della Uilm, Francesco Percuoco della Fiom-Cgil e Pino Scala della Fim-Cisl, che ha ottenuto la garanzia di un colloquio con l'Inps lunedì prossimo. I lavoratori, senza proroga dell'ammortizzatore sociale, rischiano di restare da aprile senza alcuna forma di sostegno al reddito.

Nulla è emerso invece sugli stipendi arretrati, che riguarda un piccolo gruppo dei 200 Softlab, né sul futuro produttivo e occupazionale dei lavoratori casertani di Softlab che, da quando sono stati assunti dall'azienda di informatica, hanno sempre fatto cig.

«Le istituzioni dice Francesco Percuoco della Fiom-Cgil devono mettere in sicurezza i lavoratori garantendo la cig ma anche trovando alternative imprenditoriali valide rispetto a Softlab che, da quando ha riassunto questi 200 lavoratori provenienti dalla multinazionale Jabil di Marcianise, non ha portato avanti alcun concreto progetto industriale. Ci chiediamo inoltre come sia possibile che in questa epoca di transizione ecologica e digitale, con tanti finanziamenti a disposizione, penso anche al Pnrr, non si possa avviare un progetto produttivo che coinvolga per esempio Jabil, facendo di quest'ultima la capofila di un polo tecnologico regionale con altre aziende coinvolte, tra cui magari la Softlab. Di questo Polo la Regione Campania va parlando da tempo, ma per ora di reale non c'è nulla».

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Pino Scala, segretario Fim-Cisl Caserta, ha aggiunto: «Si facciano verifiche sul progetto della Silicon Box, azienda di Singapore che vuole investire in Italia 3,2 miliardi per la produzione di microchip. Ma pare che il Governo abbia scelto il Piemonte, invece di portare lavoro al Sud, e in particolare nel Casertano, dove dello storico polo dell'elettronica non è rimasto ormai quasi più nulla, e dove si registrano solo vertenze, con aziende che vogliono andaere via. Basta pensare alla vertenza della Jabil, ultimo baluardo di questo polo nel Casertano, da anni in crisi produttiva». Quella di ieri è stata solo l'ultima manifestazione, in ordine di tempo, dei lavoratori Softlab, già scesi in piazza anche a Napoli e Roma, senza però avere rassicurazioni sul proprio futuro. «Ma continueremo a protestare - ha garantito Ciro Pistone che attacca la politica locale - Sono bravi solo a fare passerelle prima delle elezioni o a impegnarsi a parole come hanno fatto la scorsa settimana quando li abbiamo incontrati, ma oggi a manifestare con noi lungo le strade di Caserta non si è presentato nessun parlamentare o segretario di partito, tranne il deputato dei Cinque Stelle Agostino Santillo. Il comportamento della nostra classe politica è mortificante per i lavoratori».

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