Uccise una giovane promessa della boxe «L'assassino deve restare in carcere»

I giudici rigettano la richiesta di domiciliari del 21enne Gabriel Ippolito

Gennaro Leone
Gennaro Leone
Venerdì 12 Maggio 2023, 08:02
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Gabriel Ippolito, il 21enne di Maddaloni condannato a gennaio a 21 anni di carcere per il delitto di Gennaro Leone, il boxeur 18enne ucciso nelle ore della movida di via Vico a Caserta, nell'ultimo sabato di agosto del 2021, resterà in carcere e non potrà al momento beneficiare degli arresti domiciliari. Un colpo durissimo per il collegio difensivo del ragazzo.

Lo ha deciso la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere a cui la difesa del giovane aveva avanzato l'istanza di una misura detentiva domiciliare nell'abitazione del fratello a Pistoia.

La richiesta di arresti domiciliari in virtù della legge Cartabia è stata sottoposta anche al parere delle parti civili oltre che dalla Procura che hanno dato tutti parere negativo.

Dunque, al momento, la detenzione del giovane proseguirà nel penitenziario sammaritano. Lo scorso marzo è stata depositata anche la motivazione della sentenza decisa a gennaio dai giudici della Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere (presidente Roberto Donatiello, giudice a latere Alessandro De Santis) dopo una camera di consiglio durata circa tre ore. Un verdetto che non si è distaccato di molto dalla richiesta avanzata dalla pubblica accusa: il pm Chiara Esposito aveva chiesto 23 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

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I giudici non hanno accolto la tesi difensiva (avvocati Angelo Raucci e Michela Ponticelli) che ipotizzava una concausa nella morte del giovane, dovuta all'imperizia medica ma sono stati trasmessi gli atti alla Procura della Repubblica (per le eventuali determinazioni del pubblico ministero), le posizioni di un medico del Pronto Soccorso di Caserta e degli altri sanitari da individuare che si occuparono delle cure del ragazzo.
Atti in Procura anche per la fidanzata dell'imputato, Z.F. e dell'amico di Gabriel, B.T. in relazione alle loro testimonianze rese in aula. La Corte ha disposto il risarcimento in separata sede civile e una provvisionale di 170 mila euro a favore dei familiari di Gennaro (rappresentati dagli avvocati Alfredo Plini e Alberto Tartaglione) oltre alla liquidazione di settemila euro a favore del Comune di Caserta (rappresentato dall'avvocatessa Carolina Mannato) e cinquemila euro a favore di Fondazione Polis. Il processo si è chiuso a distanza di poco meno di un anno e mezzo dal tragico fatto di sangue dell'agosto del 2021.

N el corso dell'arringa della difesa che ripercorreva le fasi del delitto, la madre della vittima era uscita dall'aula presa da un forte momento di dolore. Nel corso di una delle ultime udienze, il giovane imputato aveva chiesto per la prima volta scusa ai familiari. Ippolito si era detto affranto, dispiaciuto e turbato per quanto accaduto quella terribile notte. Le immagini di alcuni video agli atti del procedimento, mostrano però nella sua interezza quel folle gesto: si vede Gabriel dirigersi con sicurezza verso la vittima e lo accoltella alle gambe pensando forse solo di ferirlo.
Una lacerazione dell'arteria femorale che però fu fatale per Gennaro. Immagini, peraltro, viste già in una prima fase del processo dove si nota il giovane pugile accasciarsi sulla panchina e tanti ragazzi allontanarsi. Scene drammatiche di un minuto e mezzo dove ci sono anche tanti giovani che continuano a bere drink senza accorgersi di quanto stava accadendo alle loro spalle. Un anno fa il nonno del ragazzo ucciso aveva fatto un appello ai giovani: «Non portate con voi le armi, mai».
 

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