Verde incolto, edifici a rischio crollo:
a Caserta piovono calcinacci

Verde incolto, edifici a rischio crollo: a Caserta piovono calcinacci
di Franco Tontoli
Venerdì 28 Giugno 2019, 08:24 - Ultimo agg. 11:49
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Un palazzotto antico in via Tanucci pronto a esplodere perché «imbottito» di vegetazione selvatica, il palazzo ex Enpas di via Sud Piazza d'Armi con gli esterni quasi divorati da erbacce e rovi. Due esempi di trascuratezza da parte di privati proprietari, altrettanta da enti pubblici che, dismesso un patrimonio edilizio di buona consistenza, lo hanno lasciato alla distruzione di agenti atmosferici e vegetazione selvatica invasiva.
 
Quasi all'angolo con corso Giannone, a due passi dal parco reale il palazzotto di via Tanucci è diventato contenitore di un groviglio di vegetazione, alberi d'alto fusto, fichi selvatici che hanno divorato gli interni dell'edificio, i rami tentacolari infilati dappertutto, le mura di contenimento a rischio. Una impalcatura per sostegno all'esterno, così da oltre un decennio, troppo debole, inconsistente a reggere il cornicione già eroso, tanti i ciuffi d'erba, una siepe pensile che con gli alberi d'alto fusto che spuntano dall'interno rendono pericolosa la stabilità della parete esterna.

Di sotto, auto parcheggiate e transito di pedoni, nelle giornate invernali di vento e temporali ogni tanto uno sgretolamento, nessuna traccia di interventi per una messa in sicurezza. Ma oltre ai pericoli di crollo c'è da tenere presente anche l'esigenza estetica, la dignitosa tenuta di un immobile totalmente decrepito a un passo da parco reale. Corso Giannone è già colpito dalla jattura delle macerie dell'edificio abbattuto e mai ricostruito a ridosso della ex Banca d'Italia. Di fronte all'istituto scolastico «Edmodo De Amicis» le lamiere a stento contengono i rami di fichi selvatici, rovi e spine che graffiano i passanti. Questa situazione di degrado persiste da un decennio e fa da prolifico incubatore di insetti e zanzare.

All'altro capo della città, in via Sud Piazza d'Armi, l'edificio ex sede dell'Enpas, poi di uffici Inps e di un centro di assistenza cardiovascolare le insegne sono tutte al loro posto e andrebbero rimosse la vegetazione selvatica è padrona delle aree adibite a parcheggio, l'aggressione ai vani di piano terra è a buon punto, ancora una stagione e un patrimonio immobiliare che potrebbe avere utile destinazione sarà del tutto inagibile.

L'edificio è datato inizi anni Settanta, ospitò uffici e ambulatori dell'Enpas fino alla unificazione degli enti mutualistici nel servizio sanitario nazionale, prima Usl e oggi Asl. Tanta desolazione stride con la necessità che si ha di disporre di locali per ospitare siamo all'ultimo esempio il centro per l'assistenza agli immigrati dell'ex Canapificio, una efficiente residenza alberghiera notturna per i senzatetto da dirottare da via Battisti e dal piazzale della stazione ferroviaria. Una politica sociale mirata, partendo dalla disponibilità di un immobile di pubblica proprietà da salvare, potrebbe essere risolutiva di un problema cui si continua a non dedicare attenzione.
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