Villa Giaquinto esempio volontariato
ma l'impegno non ferma i teppisti

Villa Giaquinto esempio volontariato ma l'impegno non ferma i teppisti
di Marilù Musto
Giovedì 11 Luglio 2019, 12:00
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Villetta Giaquinto è un modello di gestione di bene comune, ma c'è qualcuno che «macchia» questa esperienza lasciando sporca l'area verde. La sera, ad esempio, la villa è piena di bicchieri di plastica e bottiglie di vetro che vengono lasciati a terra e non gettati nei cestini.
 
E così, la mattina dopo, quando la villa è frequentata dai bambini e da genitori e da operatori e piccoli di un campo scuola, può capitare di imbattersi in rifiuti di ogni genere che poi, di solito, vengono raccolti dai volontari. «C'è sempre chi raccoglie a terra di tutti, dai vetri rotti agli scarti di sigarette, fino alle bottiglie lasciate sulle panchine o, anche, piazzate nei buchi del terreno - spiega una mamma che frequenta la villa - ma la speranza è che si impari a non lasciare tutto così con la prospettiva che qualcuno, dopo, pulirà. Ognuno deve fare la sua parte».

I cestini non mancano, così come i contenitori differenziati; ciò che «latita» è, invece, la cultura comunitaria, la voglia dei cittadini di mantenere vivibile e pulito uno spazio che è di tutti e va preservato. Oggi Villetta Giaquinto è un modello virtuoso di gestione del bene comune: gli anziani curano un orto e i ragazzi ripuliscono le zone verdi. Tanti, da due anni, gli appuntamenti fissi della edizione di R-Estate in Villa. La rinascita della villa è stata resa possibile dal 16 gennaio 2016.

In quella data, difatti, l'allora presidente del consiglio Matteo Renzi, venne alla Reggia di Caserta per inaugurare le stanze dedicate all'aeronautica, ma il gruppo di volontari della villetta decise di fare un corteo di protesta che arrivasse fino alla Reggia ma, nel chiedere i permessi per il percorso, ci si accorse che diversi veti ne impedivano una manifestazione efficace e si pensò di opporre a questa inaugurazione l'apertura di uno spazio cittadino chiuso da anni, Villetta Giaquinto. Da allora il comitato, agendo in controtendenza, si mette alla ricerca di volontari disposti a dedicare del tempo, per evitare che il parco diventi terra di nessuno e mira di altri «sogni» imprenditoriali.

Tante le iniziative messe in atto: è nata, ad esempio, la «banca del tempo e delle attrezzature», un modello partecipativo dove ognuno mette a disposizione strumenti di lavoro. Il percorso non è stato facile, ostacolato da varie burocrazie per cui anche iniziative pregevoli come tagliare l'erba, o rimuovere un albero caduto, diventavano un problema; storie di permessi e lungaggini varie a cui il patto di collaborazione mette fine, facendo uscire questi volontari da quella zona grigia di precarietà che rendeva più difficile il loro lavoro. Ora che tutto sembra «messo in salvo» dalla buona volontà dei gestori-volontari, si cerca di far capire a chi utilizza l'area che costa fatica tenere pulita la villa.
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