Quando Corinne scappa da casa, qualcosa cambia: il figlio adolescente, Roux, diventa ossessionato dai numeri e una balena si spiaggia sulla costa bretone. "Cosa mi dice il mare" è l'ultimo romanzo di Lorenza Stroppa, edito da BEE, che decide di esplorare la mente umana, partendo da uno degli elementi naturali tra i più meravigliosi e controversi: il mare.
Perché il mare?
«Amo il mare da sempre, sono anche del segno zodiacale dei pesci, ce l'ho scritto dentro! Sono nata due mesi prima, da settimina, per poter essere legata al mare e ho imparato a prestare molta attenzione a ciò che ci lascia: conchiglie, gusci di ricci...
Ci sono dei riferimenti letterari nel libro?
«Prima di tutto, è ambientato in Bretagna ed io ho la passione per i romanzi francesci e le autrici francesi. Da poco ho finito di leggere "Chocolat" di Joanne Harris, a cui il personaggio del ragazzino, Roux, un po’ si ispira. Mi sento, poi, molto vicina ad alcuni libri di Erri De Luca, proprio per il rapporto viscerale dello scrittore con il mare. Mi piace pensare che, forse, lo guardiamo un po' allo stesso modo».
Il personaggio di Corinne si ispira a qualcuno?
«Il suo personaggio è stato difficile da costruire, perché lei compie una scelta difficile, non sempre condivisibile. Quando parlavo del romanzo con le mie amiche, mamme come me, mi dicevano che loro non avrebbero mai lasciato la famiglia di punto in bianco per risolvere qualcosa di interiorie e individuale, ma Corinne non può fare altro per andare avanti, è inquieta e in cerca di sé. In conclusione, non credo assomigli a nessuno che conosco».
Progetti futuri?
«Sto scrivendo un libro ambientato nella mia terra, Pordenone, che affronta un tema complesso: il rapporto con la morte. Sono a metà strada, quindi non posso dire molto. So che si tratta di un tema che in questi anni abbiamo visto di fronte a noi, con il covid, ma lo tratto in modo differente: filosofico e poetico o almeno spero di riuscirci».