Premio Croce, una comunità di lettori riunita nel nome del «suo» filosofo

Il ministro Sangiuliano: don Benedetto esempio di coerenza morale e intellettuale. Riconoscimenti a Marrone, Pedemonte e Rizzo

Giuria letteraria e premiati
Giuria letteraria e premiati
Domenica 30 Luglio 2023, 16:49 - Ultimo agg. 16:53
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Un premio a vastissima partecipazione popolare, animato da 40 comitati di lettura degli istituti scolastici della zona e da una giuria critica di alto livello presieduta da un’instancabile Dacia Maraini: è il premio Croce, arrivato quest’anno alla diciottesima edizione ed assegnato a Pescasseroli in una tre giorni appena conclusa che ha visto in lizza opere di 43 case editrici.  Fortemente radicato in tutto l’Abruzzo ma con propaggini sempre più forti in ogni parte d’Italia, il premio coinvolge l’intera comunità di Pescasseroli - oltre che qualche migliaio di studenti e studentesse, associazioni culturali e detenuti delle giurie popolari - nella scelta dei vincitori, in dibattiti, incontri, confronti stimolanti.

Quest’anno il “la” è stato dato da Paolo Gambescia, intervenuto la sera del 27 a illustrare il film Il signore delle formiche al cinema Ettore Scola. Il 28 mattina l’inaugurazione ufficiale è avvenuta con l’intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha tenuto a sottolineare come «Benedetto Croce, oltre ad essere stato uno dei massimi filosofi europei, ha costituito un esempio di coerenza morale e intellettuale.

La sua battaglia per l’idealismo e lo storicismo, contrapposti al positivismo», ha continuato il ministro, «resta un lascito filosofico fondamentale, il suo richiamo a Machiavelli, Vico e Cuoco ci aiuta a ricostruire il percorso della nostra identità più vera, nella sua apertura e creatività profonde».

Dopo l’inaugurazione della mattina con il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il senatore Guido Quintino Liris, il sindaco Giuseppe Sipari, il presidente del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Giovanni Cannata, il presidente della Giuria, Dacia Maraini, il coordinatore del Premio Pasquale D’Alberto, l’italianista Emma Giammattei e la nipote del filosofo Marta Herling, si è proceduto nel pomeriggio alla premiazione dei vincitori.

Per la narrativa è stata premiata Titti Marrone autrice del romanzo «Se solo il mio cuore fosse pietra” (ed. Feltrinelli) in dialogo con Dacia Maraini e Valeria Della Valle, per la saggistica Enrico Pedemonte per “Paura della scienza” (ed. Treccani), per la letteratura giornalistica Anna Rizzo per “I paesi invisibili” (Il Saggiatore). Un premio alla memoria è stato assegnato ad Eugenio Scalfari, ricordato dalla figlia Enrica in un intervento commovente e insieme divertente, e da Michele Ainis e Sandro Gerbi. Altri riconoscimenti sono andati  a Massimo Bray, direttore generale della Treccani, ed a Emanuele Cutinelli Rèndina per il primo volume della biografia “Benedetto Croce – Una vita per la nuova Italia» (ed. Aragno).

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