Missione Dubai per le Zes del Sud: in Campania arrivano 300 imprese

Missione Dubai per le Zes del Sud: in Campania arrivano 300 imprese
di Nando Santonastaso
Mercoledì 17 Aprile 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:08
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DUBAI - Container perfettamente allineati per chilometri. E lungo le strade che li circondano un via vai ininterrotto di camion di ogni dimensione. Al porto di Dubai, porta finanziaria degli Emirati Arabi Uniti per tutto il mondo (l'India dista solo tre ore di volo) si movimentano in un anno 17 milioni di container, poco meno del doppio di quelli di tutti i porti italiani messi insieme. Una nave che ne trasporta 7mila viene svuotata in 27 ore. È qui che da 20 anni la free zone, una delle 36 presenti negli Emirati, accoglie e reinveste capitali provenienti da ogni continente. Non poteva perciò che partire da qui, dalla città del futuro che si prepara a ospitare l'Expo internazionale del 2020, il roadshow promosso e organizzato da Intesa Sanpaolo per far conoscere le Zone economiche speciali istituite per legge nel Mezzogiorno. Una sfida importante anche per la banca, che ha investito un miliardo e mezzo di euro a sostegno del progetto. Ma decisiva soprattutto per lo sviluppo del Sud, come dice Francesco Guido, direttore dell'area Sud continentale della banca, che ha capitanato la missione di imprenditori meridionali e di presidenti delle Zes nell'ex protettorato britannico.
 
I segnali di interesse sono già concreti e incoraggianti, nonostante il gigantismo di Dubai facesse temere il contrario. Intanto c'è l'impegno formale del vicepremier Luigi Di Maio a sostenere la realizzazione delle Zes; «Ci sono 330 imprese italiane che lavorano negli Emirati dice il ministro dello Sviluppo nell'aprire l'incontro con gli investitori stranieri, organizzato dalla filiale locale di Banca Intesa diretta da Cristophe Hamonet ma noi contiamo di averne di più nelle Zes per le quali il sostegno della prima banca italiana e le misure varate dal governo, con ulteriori fondi per il credito d`imposta e la sburocratizzazione per chi arriverà, sono garanzie importanti». Di Maio ricorda che la produzione industriale italiana è cresciuta nel primo trimestre mentre Germania e Francia hanno frenato, riconferma il sostegno alle pmi innovative sollecitando il sistema del credito a garantire loro le risorse necessarie e ribadisce la stabilità dell'esecutivo, dicendosi sicuro che il voto europeo premierà le forze politiche emergenti in tutto il Continente. «Vogliamo fare squadra con i partners europei e l'Expo di Dubai sarà per l'Italia un'occasione significativa», dice.

Ma il segnale almeno potenzialmente più concreto arriva dai primi investitori che accolgono con interesse l'iniziativa di Banca Intesa. Sono colossi del calibro di DP World che gestisce la free zone del porto di Dubai, Brooge Petroleum, Aldahara Group, Rak Ceramics, Ras Al Khaimah Economics, società da centinaia di milioni di fatturato e punto di riferimento di imprese italiane da anni (con DP ne lavorano una ottantina). Chiara e completa, del resto, la relazione con la quale Massimo De Andreis, direttore di Srm, illustra loro le opportunità offerte da un Paese centrale nel Mediterraneo come l'Italia, con un sistema portuale che conta su sette Zes nel Sud e sulle Zone semplificate di Trieste e Genova, e un'area come il Mezzogiorno ideale per lo sviluppo del trasporto marittimo e degli investimenti ad esso connessi.

Lo ribadiscono, del resto, i presidenti delle tre Zes presenti, il napoletano Pietro Spirito, il barese Ugo Patroni Griffi e il tarantino Sergio Prete. È soprattutto Spirito a chiarire le attese e le prospettive delle Zes (la Campania del resto rispetto a quelle pugliesi è istituita a tutti gli effetti). Parla dell'esigenza di costruire un sistema che al di là dei vantaggi fiscali abbia una visione sicura, indica in sette anni il tempo base per verificare lo stato di avanzamento della Zes in Campania e in 300 il numero delle imprese che per quella data dovranno avere investito nell'area di 5mila ettari definita dalla Regione. Ma, aggiunge, «il Mezzogiorno non può continuare a esportare un decimo del totale nazionale».

Certo, i primati dell'Emirato sono irraggiungibili per chiunque, e non solo per la presenza del grattacielo più alto del mondo o della metropolitana senza conducente più lunga. Nella città costruita sul deserto, dove la monarchia assoluta ha voluto anche i ministeri della felicità e della tolleranza, si ha la certezza che la burocrazia non possa esistere. Provate a immaginare l'amarezza dei promotori della Zes Campania che attendono il modulo sul quale ricevere e dirottare le domande per il credito d'imposta: pare che dietro al ritardo ci sia un disallineamento tra agenzie nazionali
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