Ex Ilva, lo Stato prende il controllo: nuovo capitale per 1,32 miliardi. Via libera da Arcelor Mittal

La decisione formale e politica di questa svolta avverrà lunedì 8 a Palazzo Chigi

L'ex Ilva è salva, lo Stato prende il controllo: nuovo capitale per 1,32 miliardi. Via libera da Arcelor Mittal
L'ex Ilva è salva, lo Stato prende il controllo: nuovo capitale per 1,32 miliardi. ​Via libera da ​Arcelor Mittal
di Rosario Dimito
Venerdì 5 Gennaio 2024, 06:51
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C'è la svolta nella ex Ilva. Invitalia salirà in maggioranza dal 32 al 60% (a tempo), con la condivisione di ArcelorMittal a diluirsi (dall'attuale 62%) ed eventualmente consentire l'ingresso di un altro socio privato, ma la decisione di ampia portata non sarebbe stata presa ieri sera dal vertice tecnico, in video call, fra l'ad dell'Agenzia pubblica Bernardo Mattarella e Ondra Otradovec, capo del mergers and acquisition di Arcelor Mittal, presenti i tecnici dei tre ministeri coinvolti (Mimit, Affari Europei, Tesoro). La decisione formale e politica di questa svolta avverrà lunedì 8 a Palazzo Chigi, quando il governo ha convocato uno degli esponenti della famiglia Mittal (dovrebbe presenziare Aditya Mittal, ad e figlio del presidente Lakshmi) sulla base delle premesse concordate ieri sera. Questa soluzione farà felici i sindacati che da tanti mesi premevano affinchè il socio indiano si facesse da parte, non per pregiudizio ma perché si era defilato.

Da fonti di Palazzo Chigi trapela che la strada sarebbe tracciata anche se dopo mesi e mesi di conflittualità fra le parti, c'è chi ancora vuol mantenersi cauto prima di cantare vittoria. Ieri dalle ore 16 per tre ore e mezza sarebbero stati sviscerati i punti salienti di questa controversia societaria e finanziaria che va avanti da tempo, paralizzando cda e assemblea Ilva e che riguarda, in sostanza, la ricapitalizzazione di Acciaierie d'Italia holding (AdI), le modalità per effettuarla e le ricadute sulla governance. L'iniezione di capitale dovrà anche garantire la continuità aziendale che in assenza non ci sarebbe, costringendo il cda ad avviare le procedure per le grandi imprese in crisi: lo stato, però non se lo può permettere, perchè significherebbe mettere per strada o quasi 20 mila dipendenti.

Per questo ormai nel governo, i tre ministri coinvolti (Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti, Raffaele Fitto) più il sottosegretario Alfredo Mantovano che rappresenta la premier Meloni, hanno ricompattato le diversità di vedute: fronte unico per controbattere al socio franco indiano su cosa fare e rilanciare l'acciaio italiano: siccome la prima opzione di proseguire l'alleanza nell'attuale formulazione azionaria non è più possibile per l'indisponibilità di Arcelor a investire ancora, occorre consentire a Invitalia di farsi carico responsabilmente di tenere in piedi il gruppo e il suo rilancio.

Nella videocall di ieri l'alto dirigente di Mittal avrebbe attenuato le divergenze sulla necessità di procedere con un'operazione di rafforzamento di lunga durata, definitiva.

L'ammontare dovrebbe essere di 1,320 miliardi tra pagamento di fatture scadute, in scadenza e acquisto degli impianti dalla amministrazione straordinaria. In più salendo Invitalia in maggioranza, andrà rivista la governance, prima di maggio, nel senso che nei tempi per perfezionare il nuovo accordo - circa un mese e mezzo, quindi entro metà-fine febbraio tra cda, assemblee, nuovo contratto e decreto Mef per i soldi - il nuovo ad al posto di Lucia Morselli verrà scelto dalla parte pubblica, governo e Agenzia.

LE PROSSIME TAPPE

La svolta storica in AdI significa che da fine febbraio inizia una nuova era e Taranto potrà riprendere a produrre 4 milioni di tonnellate, gli Altoforni (a rischio di confisca anche se la nuova norma di agosto 2022 consente allo Stato di aggredire non i beni ma i soldi) potranno riprendersi, sarà attuato il piano di decarbonizzazione di cui si parla da tempo. Fine dello stallo, il governo dovrà adoperarsi per trovare un nuovo azionista che prenda il posto di Mittal. L'indiziato principale è Arvedi ma sembra che da Federacciai ci possano essere avance. Entro l'autunno Ilva dovrà avere un nuovo assetto duraturo.
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