Commissario per l’Ilva, arriva il decreto ad hoc. Rottura con ArcelorMittal. Cassa salva-dipendenti

Testo in Cdm: niente divorzio consensuale con ArcelorMittal

Commissario per l'Ilva, arriva il decreto ad hoc. Mittal ha cercato di scaricare la responsabilità sull'Agenzia
Commissario per l'Ilva, arriva il decreto ad hoc. Mittal ha cercato di scaricare la responsabilità sull'Agenzia
di Rosario Dimito
Martedì 16 Gennaio 2024, 20:34 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 09:05
4 Minuti di Lettura

La ex Ilva al capolinea del commissario, attraverso l’amministrazione straordinaria che è una soluzione traumatica affacciatasi più volte negli ultimi mesi ma che Invitalia, con lo Stato alle spalle, aveva cercato di scongiurare. Ma difronte all’indisponibilità di Arcelor a trovare una strada percorribile e consensuale, il governo ha ritenuto di andare dritto alla procedura.
Ieri sera il Cdm, dopo una riunione preliminare davanti a Giorgia Meloni, alla presenza del sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri competenti (Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Raffaele Fitto, Elvira Calderone) e dell’ad dell’Agenzia per lo sviluppo Bernardo Mattarella, ha approvato la bozza di un decreto legge ad hoc che rafforza alcune misure già presenti nell’ordinamento, a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, tra cui la ex Ilva: prevede garanzie specifiche di cassa integrazione straordinaria durante l’amministrazione straordinaria. Il 31 dicembre 2023 è scaduta la precedente cig. Vengono esclusi dalla nuova cassa integrazione, quindi restano a presidio degli impianti in attività, i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti per consentire che restino operativi. Si tratta 1.500 dipendenti a Taranto. Il provvedimento del Consiglio dei ministri prevede ancora che restano ferme le disposizioni, già inserite nell’ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici: si tratta delle realtà dell’indotto che diventano creditori privilegiati. Questa bozza dovrà ora passare dal legislativo di Palazzo Chigi.

Dopo il no di lunedì 8 di Aditya Mittal a Palazzo Chigi a proseguire la joint venture, il governo ha preso atto dell’impossibilità di definire un divorzio consensuale gestito dai legali dei soci di Acciaierie d’Italia (Invitalia 38% e ArcelorMittal 62%) nonostante il termine fosse stato posto per oggi. 

Ex Ilva, per adesso le forniture di gas per gli altoforni non saranno tagliate (Arera aveva disposto lo stop)

Il governo è intervenuto per ratificare la rottura fra soci sulle modalità del divorzio consensuale. I legali di Chiomenti per Invitalia e Cleary Gottlieb per Mittal per una settimana hanno cercato di trovare una soluzione al disimpegno di Arcelor. Il punto finale di divergenza per tenere in piedi la ex Ilva e assicurarle un rilancio è stato l’aumento di capitale da 1 miliardo per acquistare entro maggio gli impianti. Questo aumento avrebbe dovuto seguire la conversione in capitale del finanziamento soci di Invitalia da 680 milioni e un aumento da 320 milioni per finanziare i pagamenti urgenti.

Per evitare che il rafforzamento tutto a carico dell’Agenzia configurasse un aiuto di stato, si è cercato di coinvolgere Mittal nella manovra, anche con un esborso minore e la quota che avrebbe conservato in AdI sarebbe stata magari acquistata in un secondo tempo. Invece da parte degli indiani chiusura su tutta la linea, salvo poi, ieri sera, poco prima che il Cdm approvasse la bozza di decreto, far conoscere la propria versione in cui hanno vuotato il sacco. 

LE PROSSIME MOSSE

«Dal momento che il Governo ha espresso la volontà che ArcelorMittal esca da Acciaierie d’Italia, ArcelorMittal ha anche avanzato la proposta di cedere le proprie azioni rimanenti direttamente a Invitalia o a un altro investitore gradito al Governo. Tuttavia, Invitalia non è disposta ad acquisire la quota», hanno fatto sapere fonti vicino a Mittal, spiegando di voler «continuare a cercare una soluzione costruttiva» anche se «nelle negoziazioni Invitalia rimane sulle proprie posizioni rispetto alle proposte avanzate da ArcelorMittal». 

Il gruppo franco-indiano ha giocato d’anticipo e nonostante si fosse da tempo sfilato dalla responsabilità derivante dal suo ruolo di azionista di maggioranza non volendo più mettere soldi per il rilancio, adducendo argomentazioni respinte al mittente, ha fatto sapere: l’obiettivo di ArcelorMittal «è quello di trovare una soluzione negoziata come alternativa all’amministrazione straordinaria», soluzione questa ritenuta «dannosa sia per il business di Acciaierie d’Italia, sia per tutti i suoi stakeholder». Mittal probabilmente aprirà un contenzioso con richiesta di danni.
Non è detto comunque, nonostante la bozza di decreto pronta, che oggi non riprendano le trattative fra Invitalia e Arcelor: in attesa della stesura del provvedimento le parti potrebbero continuare a trattare. E fino a quando non ci sarà la nomina del commissario, si cercherà una soluzione. Insomma la telenovela continua. Domani alle 15 il governo incontrerà i sindacati per proseguire il confronto sul futuro dell’acciaio in Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA